Monza resta aperta per i bimbi Saharawi Volontari H24 ospitano i piccoli profughi

Arriveranno il 9 agosto e resteranno sino al 23. A volere l’ospitalità il Comune di Monza, con l’adesione al Coordinamento regionale di solidarietà al popolo Saharawi, che da 1975 è costretto a vivere nella trappola di una striscia di deserto.
I bambini saharawi che arriveranno a Monza il 9 agosto
I bambini saharawi che arriveranno a Monza il 9 agosto

La loro terra non l’hanno mai vista. Sono nati profughi. Perché quella che per le loro famiglie doveva essere solo una situazione d’emergenza è diventata purtroppo la quotidianità. Una normalità, però, fatta di fango, tende di fortuna, deserto. E tanto, tanto silenzio sulla condizione vissuta dall’invisibile popolo Saharawi, dal lontano 1975. Ormai più di 40 anni fa, il Sahara Occidentale, lasciato dalla Spagna che l’aveva colonizzato, fu invaso da truppe marocchine che costrinsero i Saharawi ad abbandonare la propria terra. Il deserto divenne allora l’unica, immediata, soluzione anche se quella terra così inospitale si è rivelata poi una vera trappola .

Oggi la gran parte dei Saharawi (il conflitto tra l’esercito marocchino e il Fronte Polisario, l’organizzazione politico-militare dei Saharawi, si è fermato nel 1991, ndr) vive ancora nei campi per rifugiati, in una striscia tra Algeria e Marocco, in condizioni ai limiti della sopravvivenza per gli adulti, quasi insopportabili per i bambini. Per loro un’infanzia fantasma, rubata. Eppure proprio quei bambini sono gli unici a tenere alta l’attenzione sul dramma Saharawi, perché con i loro viaggi portano un messaggio di pace, nella loro semplicità. Maglietta, pantaloncini e un piccolo zaino: è tutto quello che serve loro per giungere qui e lasciare per qualche settimana quei campi fatti di niente.

Dieci bambini Saharawi saranno accolti infatti in città, dal 9 al 23 agosto. A volere l’ospitalità il Comune di Monza, con l’adesione al Coordinamento regionale di solidarietà al popolo Saharawi, come parte integrante del percorso che ha accolto i bambini in Lombardia, anche grazie alla collaborazione con l’associazione Fadel Ismail di Mantova. Il progetto si ripete da quattro anni, proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla difficile situazione di quel popolo.

Ora i piccoli profughi stanno trascorrendo una settimana a Loano, nella struttura marina del Centro Mamma Rita, che è tra le realtà monzesi impegnate nel progetto di accoglienza. Una volta in città, i bambini saranno ospiti dell’ostello dei frati minori, al Santuario della Madonna delle Grazie. Qui, a turno, troveranno, oltre a tre ragazze che svolgono Servizio civile in municipio (Fabiola, Clio e Giulia), tanti volontari che, 24 ore su 24, saranno impegnati per le pulizie, in cucina e nell’organizzazione di attività e giochi. Croce Rossa Italiana, l’ong Africa 70, gli Scout di Monza Uno e Monza quattro, i Giovani musulmani, l’associazione Ti do una mano, la Protezione civile, la cooperativa Exit (con i detenuti che si occuperanno del servizio lavanderia per i piccoli ospiti), la fraternità Capitanio e il Banco alimentare (per le forniture alimentari) avranno ciascuna la loro parte, perché i piccoli profughi, tutti attorno ai dieci anni, 4 maschi e sei femmine, (due tornano per la seconda volta, per motivi sanitari e due invece sono gemelle, ndr) più un accompagnatore, possano avere due settimane di sollievo. E con i bambini ci sarà anche un giovane profugo, da oltre un anno accolto nelle strutture cittadine: 25enne, in arrivo dalla Nigeria, ha già svolto diversi piccoli lavori per il comune di Monza. Ora il giovane ha scelto di impegnarsi per i piccoli ospiti.

Come un qualsiasi volontario monzese. Anche alcune ragazze della Gioventù francescana di Monza collaboreranno come volontarie dell’accoglienza. “Insieme si può fare” ha voluto mettere a disposizione per ogni bimbo una bicicletta, che verrà utilizzata come mezzo di spostamento, alla scoperta del Parco di Monza. Le biciclette sono già state revisionate, pronte per essere caricate sul prossimo container diretto in Siria. Ma prima doneranno un sorriso ai bimbi del Saharawi. A coordinare tutte le realtà impegnate nel progetto Monica Pagani, referente per il Comune di Monza.

A sostegno del progetto “Ambasciatori di pace” anche il Cral del Comune di Monza, che in un paio di occasioni ha promosso raccolte di fondi. Il 16 agosto i bambini verranno ricevuti in municipio. Ma il buon esempio di ospitalità lo danno anche semplici cittadini, ristoratori e commercianti. Il 12 agosto i dieci bambini saranno ospiti di Fabio, Lia e Sergio, che metteranno a disposizione la loro baita ai Piani d’Erna per una giornata di festa. Altri monzesi si sono resi disponibili per alcuni laboratori artistici con i piccoli. Il 18 agosto sarà la volta di una uscita fuori porta, a Prima Luna, con i volontari di “Ti do una mano” onlus. E domenica 21 agosto, dalle 19.30, ci sarà la festa di saluto all’ostello, con tutti i volontari coinvolti. E se qualcuno volesse aggiungersi alla squadra, c’è sempre tempo. Basta scrivere a volontariamonza@.comune.monza.it.