Un centro massaggi di proprietà di una cinese usato come paravento per un’attività di prostituzione. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Monza hanno eseguito a Milano, Perugia, Sesto San Giovanni (MI) e Cologno Monzese (MI) un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 5 persone, di cui 3 italiani, una cinese e una uruguayana, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza in seguito a indagini coordinate dal pubblico ministero Alessandro Pepé.
Gli arrestati dell’operazione Fior di Loto facevano parte di un sodalizio dedito al reclutamento, al favoreggiamento ed allo sfruttamento della prostituzione. Per quanto è stato reso noto finora l’attività criminale ruotava attorno alla gestione di un centro massaggi Tuina, ubicato a Monza in via Dante 30, formalmente intestato alla cittadina cinese, all’interno del quale erano costrette a vivere giovani donne orientali.
Tra gli arrestati ci sarebbe anche un agente della Polizia locale del comando di Milano, Nicola Domenico Colicchio, 56 anni da Cologno Monzese) già coinvolto in una inchiesta giudiziaria per altri reati. Tra gli indagati ci sono poi Domenico Papaleo, 44 anni, di Cologno, Rosa Maria Gargiulo, 46 anni, di Napoli, Leticia Avelleyra Mello, 43 anni, uruguaiana, Lichun Wang, 56 anni, cinese.
L’inchiesta ha avuto inizio nella primavera 2015. I carabinieri hanno scoperto che la licenza era formalmente intestata alla donna cinese ma che chi tirava le fila dell’attività erano Colicchio e Papaleo che pagavano l’affitto dei locali e le bollette e si preoccupavano di fare pubblicità online sui siti specializzati in incontri sessuali.
Le ragazze erano costrette a vivere e a dormire nel centro massaggi. I loro guadagni andavano ai due italiani e alla maitresse (inizialmente la Wang, poi sostituita dalla Avalleyro e dalla Gagiulo, queste ultime due messe ai domiciliari nelle rispettive abitazioni mentre gli altri tre sono stati portati in carcere) che di volta in volta controllava le ragazze.