Per cercare di recuperare dei presunti crediti per migliaia di euro ha presentato istanza di fallimento nei confronti di Saum srl, la società dell’ex assessore Vincenzo Ascrizzi che si è aggiudicata il bando comunale per la realizzazione dei “chiosconi”. La nota di iscrizione a ruolo è la numero 858/2017 al tribunale di Milano, sezione fallimentare. La prima udienza è fissata per lunedì 12 giugno al tribunale di Milano, davanti al giudice della sezione Sergio Rossetti.
Monzese, il presunto creditore dice di aver lavorato per anni con Ascrizzi e, prima, per la precedente gestione della Fiera di Monza. La sua collaborazione con l’ex assessore dice che è iniziata nel 2006, ai tempi della Fiera di Monza e Brianza: l’ente, presieduto fino a quel momento da Luigi Moretti, quell’anno viene infatti rilevato da Ascrizzi.
«In qualità di consulente – dice – Ho ricoperto gli incarichi di direttore della fiera e di responsabile degli eventi».
Aggiunge di aver lavorato ancora con Ascrizzi quando il progetto “Rive del Lambro” inizia ad essere approntato: «Ho partecipato anche ad alcune riunioni operative». Lavori per i quali sostiene di non essere stato pagato, di qui l’istanza. Il suo credito nei confronti di Ascrizzi toccherebbe le decine di migliaia di euro. Nel 2014 racconta ancora di aver fatto una proposta di accordo all’ex assessore: «Ho accettato di ricevere metà della cifra che mi spettava nel 2015 e l’altra metà nel 2016». I soldi, però, non arrivano. Nel frattempo cambia lavoro, ma continua a cercare di riavere i crediti accumulati.
Un anno fa la decisione diricorrere alle vie legali con diversi mezzi (a partire dalle ingiunzioni di pagamento) fino all’istanza di fallimento in tribunale. E di pochi giorni fa la comunicazione ufficiale della prima udienza. Un’eventuale dichiarazione di fallimento di Saum srl non impedirebbe tuttavia la realizzazione del progetto “Le rive del Lambro”, che di recente oltretutto ha passato anche il vaglio degli uffici tecnici: al bando del Comune aveva partecipato solo la Saum, ma niente vieta all’amministrazione comunale, se convinta della bontà del progetto, di indire un’altra gara d’appalto con un nuovo bando e sviluppare comunque l’iniziativa.
«O è un caso di omonimia o un clamoroso errore». Vincenzo Ascrizzi dell’udienza fissata nelle aule del tribunale di Milano il prossimo 12 giugno non sa nulla. Dichiara di non essere stato raggiunto da alcuna notifica, di non essere a conoscenza di alcun procedimento.
«Se c’è qualcuno che si sta muovendo in questo modo – ha commentato mercoledì pomeriggio al telefono – potrebbe voler danneggiare me e il progetto. Questa per noi è una fase delicata: stiamo gestendo le concessioni in conto terzi dei dehors: non vorrei mai che un fatto del genere, assolutamente incredibile, generasse una percezione negativa sulle “Rive del Lambro”. Consulterò i miei avvocati e agirò di conseguenza».
Non sa nulla della vicenda neanche il sindaco Roberto Scanagatti che, raggiunto telefonicamente mercoledì, commenta così la vicenda: «Non so assolutamente nulla, sono all’oscuro della cosa», ha dichiarato prima di assicurare che si sarebbe immediatamente informato con i tecnici degli uffici comunali.
Poco dopo, una nuova telefonata chiarisce in maniera netta la posizione dell’amministrazione comunale, estranea alla vicenda: «Mi sono confrontato con gli uffici comunali, che stanno seguendo il procedimento – commenta il primo cittadino monzese – Se fossero confermate queste notizie, sarà cura dei nostri uffici agire di conseguenza. Rilevo solo che al momento del deposito della proposta c’è stato il versamento di una fidejussione che dà ampie garanzie all’operato del Comune. Ripeto, i nostri uffici stanno seguendo bene l’intero iter del progetto».