E finalmente eccole lì: con quattro atti firmati dai dirigenti del Comune di Monza prende corpo uno dei più importanti progetti dell’agenda amministrativa, il recupero dell’ex Borsa della Villa reale, l’edificio che ospitava la scuola civica e poi aule dell’Isa, l’istituto d’arte oggi diventato liceo Nanni Valentini.
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La piccola Pompei monzese l’aveva chiamata il Cittadino qualche anno fa: a guardar dentro, tutto è rimasto congelato al momento dell’abbandono, dopo un crollo che aveva reso evidente l’inagibilità di quegli spazi. Nel tempo poi il degrado non ha fatto altro che farsi ancora più ampio, con periodiche pulizie della facciata su via Boccaccio. Ma le finestre aperte, i vetri rotti, le impalcature abbandonate non hanno fatto che rendere sempre più evidente la sua lenta agonia strutturale. Resa ancora più eclatante dalla riapertura della Villa reale al pubblico.
Un anno fa la Regione Lombardia ha accolto ma non finanziato il progetto di recupero del Comune di Monza. Ma, anche se non ancora ufficiale, in piazza Trento e Trieste devono essere piuttosto sicuri che quest’anno il Pirellone darà i fondi necessari: nei giorni scorsi gli uffici comunali hanno pubblicato quattro determinazioni con cui aprono la strada al recupero.
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La prima è l’incarico per il rilievo geometrico e materico preliminare alla redazione del progetto definitivo di recupero, per il quale il Comune ha scelto Angelo Dugnani di Verano Brianza per un progetto da 24mila euro. Prima ancora serve procedere con la rimozione della vegetazione che ”impedisce lo svolgimento delle opere di rilievo dell’edificio Ex Borsa,di Via Boccaccio” e per questo è stato scelto Progetto Verde di Palazzago, per 6.300 euro. A questo si aggiungono l’affidamento “delle opere di messa in sicurezza dell’edificio”, di cui si occuperà la Icet di via della Taccona a Monza (15.400 euro) e “l’esecuzione di indagini stratigrafiche, chimiche e fisiche delle facciate” di cui si occuperà la Cremona restauri per 4.880 euro.