La Breast Unit di Senologia del San Gerardo di Monza è stata scelta tra i tre centri italiani per uno studio sul linfonodo sentinella per evitare l’asportazione dei linfonodi ascellari. Lo studio, coordinato dall’Istituto scientifico tumori di Genova insieme all’Istituto clinico Humanitas di Milano, ha preso avvio l’estate scorsa e ha già portato ai primi risultati: è stato appurato che è possibile non rimuovere altri linfonodi ascellari oltre il linfonodo sentinella, il primo linfonodo a essere raggiunto da eventuali metastasi che provengono dai tumori maligni della mammella e si diffondono per via linfatica.
«È un passo in avanti che guarda sempre più al benessere delle donne colpite da tumore alla mammella – spiega Riccardo Giovanazzi, direttore della Senologia del San Gerardo – poter evitare l’asportazione dei linfonodi riduce il rischio di un gonfiore permanente all’arto e si riducono molto i disagi post operatori».
Il fatto di essere stati scelti per partecipare a questo studio nazionale che proseguirà fino al 2018 è il riconoscimento dell’eccellenza della struttura monzese che è composta da 30 specialisti che seguono il percorso diagnostico terapeutico per il carcinoma alla mammella dell’attività chirurgica, oncologica, plastica, patologica, radioterapica e radiologica insieme alla genetica medica.
«Il peso di questa grande realtà monzese – sottolinea il Direttore generale della Asst, Matteo Stocco – è dato dall’alto valore scientifico, tecnologico, della ricerca e della cura e, in generale, dalla mole di lavoro svolta in questi otto anni di attività. L’integrazione funzionale e operativa delle figure professionali ha come obiettivo primario la diagnosi, la terapia, la gestione e la riabilitazione della paziente».
Nel 2015 la Breast Unit ha eseguito 537 interventi chirurgici, oltre un centinaio dedicati alla chirurgia ricostruttiva dell’intera mammella; sono state eseguite 500 biopsie con sistemi eco guidati e 100 con il sistema mammotome, il nuovo apparecchio per la diagnosi sempre più precoce del tumore al seno, che consente di effettuare biopsie mammarie multiple con un’unica introduzione dell’ago ed evitare l’intervento chirurgico se non strettamente necessario.