Interventi e prevenzione che possono salvare la vita a chi circola in strada sono possibile. Ne è convinta l’associazione MonzainBici e lo ribadisce dopo l’incidente stradale di via Borgazzi, in cui un ciclista 84enne è morto investito da un’auto.
“Siamo certi che molto poteva essere fatto, che la prevenzione è un’azione che salva la vita, che le infrastrutture sono poco adeguate per dare sicurezza a chi utilizza la bicicletta nelle e nella nostra città”, scrive il presidente Massimo Benetti in un comunicato.
L’associazione torna dunque a chiedere “un’adeguata moderazione del traffico con riduzione delle velocità a 30 km/h (sappiamo che le alte velocità sono la prima causa di incidente), piste ciclabili dove servono e loro manutenzione, segnaletica adeguata e attraversamenti pedonali a ciclabili (quadrotti per la precedenza ai ciclisti), bike lane nelle zone centrali di Monza”.
E poi una campagna di sensibilizzazione e disincentivo dell’utilizzo dell’auto privata. In questo modo “avremmo un mix di interventi che trasformerebbero la città in un luogo sicuro, sia per le persone anziane che per i bambini e in definitiva per tutta la popolazione monzese”, sottolinea Benetti. MonzainBici si era già mobilitata dopo l’incidente mortale di via Azzone Visconti, costato la vita al 16enne Matteo Trenti, con un flash mob. In generale torna a ripetere lo stesso appello ogni volta che un ciclista rimane ferito sulle strade.
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L’ultimo incidente è di giovedì 31 marzo: in via Borgazzi Paolino Zoia, 84 anni, pedalava verso Monza quando è stato investito da un’auto all’altezza dell’immissione dall’uscita della tangenziale nord. L’uomo era stato soccorso in condizioni disperate ed era morto nel trasporto in ospedale. Il trentenne alla guida dell’auto, di Vimercate, rischia l’accusa di omicidio stradale.