Chiesto il processo per tutti, dall’ex direttore Ferrari in giù. Nessuna sorpresa dopo la conclusione della prima tranche di indagini sulla gestione “con profili criminali” dell’Autodromo condotta dalla procura di Monza, che ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di tutti e 17 gli indagati. Il nome più importante resta quello di Enrico Ferrari, ex direttore generale di Sias, la società che gestisce lo storico impianto automobilistico per conto dell’Aci (ente pubblico), travolta dall’inchiesta partita dall’esposto di Paolo Guaitamacchi, ex presidente del cda Sias, a febbraio dello scorso anno, e passata attraverso le perquisizioni effettuate a luglio in Autodromo. I guai peggiori da palazzo di giustizia arrivano dunque per Ferrari, accusato di falso, turbativa d’asta, corruzione e di usura perché si sarebbe fatto promettere interessi a strozzo “a fronte di un prestito di 200mila euro”. Avrebbe inoltre fatto installare un campeggio nel territorio di Biassono, nonostante l’area individuata fosse destinata a parcheggio pubblico. Nel mirino dei pm anche la concessione del permesso di costruire un impianto di distribuzione stradale di carburanti ‘alternativi’ nel parco con tre i funzionari pubblici monzesi indagati.
Monza, inchiesta sull’autodromo «Indagati tutti da processare»
Chiesto il processo per tutti, dall’ex direttore Ferrari in giù. Nessuna sorpresa dopo la conclusione della prima tranche di indagini sulla gestione “con profili criminali” dell’Autodromo condotta dalla procura di Monza, che ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di tutti e 17 gli indagati.