Mezz’ora di anticipo sulla tabella di marcia e una visita di oltre un’ora per ammirare la Villa Reale: dagli appartamenti di Umberto e Margherita alle sale del corpo centrale, dal Belvedere al roseto, dal Serrone al Teatrino di Corte.
Passo svelto, il ministro ai beni e alle attività culturali Dario Franceschini è arrivato a Monza martedì pomeriggio, accompagnato nella visita dal sindaco e presidente del Consorzio Roberto Scanagatti, dal direttore Lorenzo Lamperti, dal deputato vimercatese Roberto Rampi.
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Lungo il tragitto ha incontrato anche Carlo Edoardo Valli, presidente di camera di Commercio e il direttore Renato Mattioni, quindi la direttrice di Triennale Silvana Annichiarico e Attilio Navarra, il presidente di Italiana Costruzioni che ha effettuato i lavori e gestisce il corpo centrale della villa per i prossimi vent’anni.
Per il ministro c’è anche il tempo di qualche scatto privato: ad attirare la sua attenzione le sale della Triennale, il bollitore di Alessi del 1983 e la “lettera 22” di Olivetti.
Poi, affacciato alla finestre del Belvedere, dove lo sguardo si perde fino al rondò, la domanda: “ma qui come ci si arriva?”. E allora tutti a spiegare che c’è il progetto della metropolitana, che il sistema di parcheggi è efficiente e la stazione non è lontana.
I trasporti sono in cima alle raccomandazioni del Ministro che suggerisce anche un nome unico (“Reggia o Villa Reale?”- chiede davanti ai volumi esposti al Bookshop), poi si informa sui giardini e su un possibile biglietto a pagamento “pensando ad una gratuità per i residenti”.
Pausa caffè a porte chiuse in cui si parla velocemente di tutto: i fondi del teatrino, il futuro dell’ala nord, Villa Mirabello e Mirabellino.
Poi i commenti finali: “È stato fatto un lavoro importante di recupero della reggia con una forma di gestione consortile che vogliamo sia una modalità utilizzata anche altrove – spiega Franceschini – perché consente la convivenza di pubblico e privato”.
Sull’ala Nord è cauto: “Prima decidiamo la destinazione, poi partiamo con il restauro mettendo insieme le risorse dei consorziati e facendo appello ai privati. Oggi con l’Art Bonus non ci sono più alibi, ci sono le detrazioni più alte in Europa e ogni azienda può legare il proprio nome ad un patrimonio artistico così importante”.
Sulla destinazione futura dell’Ala Nord prevale l’ipotesi già tracciata dal progetto Carbonara: “una scuola di alta formazione nell’ambito delle nuove tecnologie per i beni culturali, museo di se stessa e foresteria istituzionale”.
Davanti ai decori del teatrino che si sbriciolano il Ministro telefona al direttore generale del Ministero: e arriva la conferma che sono sbloccati i fondi da 1,5 milioni di euro per far partire nel 2016 i lavori di restauro.
Prima di ripartire Franceschini raccoglie l’invito del sindaco: “La prossima volta l’aspettiamo per mostrarle anche il centro di Monza che merita una visita”.