Succede di tutto la notte di capodanno, anche quello che si pensa possa accadere nelle barzellette. All’oratorio Marvelli nella parrocchia di Cristo Re a Monza, dove soci e amici dell’associazione “Tu con noi” stavano festeggiando il nuovo anno, poco dopo il brindisi si è presentato alla porta un funzionario della Siae, la Società italiana degli autori ed editori.
Motivo: all’interno del salone dell’oratorio si stava ballando a tempo di musica, senza però aver pagato la tassa spettante quando si utilizza la musica durante un evento pubblico.
I regolamenti della Siae, infatti, considerano festa pubblica tutto ciò che si svolge fuori dalle mura domestiche, fatta eccezione per gli eventi in carcere o in ospedale.
Peccato che quello nel salone dell’oratorio Marvelli non fosse certo un evento con “clienti” – ribadiscono gli organizzatori – come ha indicato il funzionario che, una volta entrato e riscontrata l’irregolarità, ha iniziato a stilare il verbale di contravvenzione.
«Lì c’erano i ragazzi disabili della nostra associazione, i loro genitori, qualche amico e i volontari – precisa il presidente della onlus, Emanuele Patrini – La nostra è un’associazione senza fini di lucro non un locale o una discoteca, come ha voluto scrivere il funzionario della Siae. La musica è un elemento fondamentale per i nostri incontri: metti un po’ di musica e i ragazzi iniziano a ballare, non possiamo rinunciare ad avere musica durante i nostri appuntamenti».
L’arrivo dell’ospite inatteso ha scaldato gli animi tra i responsabili dell’associazione, che hanno assistito alla stesura del verbale. Ne è nato uno scambio di battute immediatamente placate dallo stesso Patrini. La serata, che subito dopo la mezzanotte si stava comunque avviando a conclusione con le sedie ritirate e i tavoli ripiegati nel ripostiglio, è terminata con un’ammenda di 268 euro per la onlus Tu con noi, da pagare entro tre giorni lavorativi. Cosa che è stata fatta.
«La multa l’abbiamo pagata perché era dovuta stando alle regole esistenti – precisa Patrini – ma questo non toglie la follia di una norma assurda. Non di chi l’ha applicata, che dal canto suo ha solo messo in pratica la legge alla lettera, ma di chi l’ha voluta».
La questione per il momento è chiusa, rimane però un dubbio che è una proposta: «Al momento non è prevista alcuna cifra forfait per associazioni come la nostra che utilizzano la musica durante i loro incontri – conclude Patrini – sarei ben contento di pagare una quota annuale per poterla utilizzare tutte le volte che voglio. Forse è bene che si faccia».
«Non si parla di tassa ma di compenso – precisa Giulio Meduri della sede monzese della Siae . Si pensa alla musica come a qualcosa di immateriale e dunque senza alcuna proprietà, e invece il diritto d’autore che noi assicuriamo è qualcosa di dovuto e inalienabile». Il compenso viene annullato in caso di eventi benefici, gli oratori godono di tariffe speciali concordate direttamente con la Cei.