Più che una “baby gang” sono cani sciolti. In comune hanno l’età – sono giovani, talvolta giovanissimi – e la violenza. Per pochi spiccioli non si tirano indietro e a forza di botte mandano la vittima designata all’ospedale. La città resta un’isola felice, non si registrano situazioni ai particolare allarme sociale, ma nelle ultime settimane una serie di episodi di microcriminalità tra loro scollegati, ma tutti perpetrati da giovanissimi, hanno indotto le forze dell’ordine a intensificare l’azione preventiva sul territorio.
E il bilancio è stato inquietante: gli agenti hanno infatti bloccato e denunciato un 16enne monzese trovato in possesso di una spranga di metallo e di un passamontagna. Il kit di un baby-rapinatore? Ne ha tutta l’aria.
Tre gli episodi che hanno fatto drizzare le antenne in commissariato (ma il vice questore Angelo Re esclude la “baby gang”). Il primo è quello che ha visto suo malgrado protagonista un giovane cameriere cingalese aggredito qualche giorno fa in pieno centro.
Finito il turno di lavoro in un ristorante cittadino il giovane straniero, attorno alle 2 di notte, si apprestava a tornare a casa quando è stato avvicinato da tre giovani. Due l’hanno brutalmente aggredito per rapinarlo. Per percuoterlo fino a spezzargli un braccio hanno persino utilizzato la fibbia in metallo di una cintura. Una violenza inaudita per impossessarsi del suo portafoglio che conteneva solo 20 euro. Nonostante la frattura l’uomo è riuscito a dare l’allarme. Una volante della polizia si è precipitata in zona e, nel giro di pochi minuti gli agenti hanno individuato il presunto colpevole, un 19enne monzese. È caccia aperta al complice.
Non ha esitato a usare la violenza, questa volta sotto forma di uno spray urticante al peperoncino il 18enne, anche lui monzese, autore la scorsa settimana di una rocambolesca rapina al negozio di articoli etnici Madre Terra. Riuscito a fuggire dopo una breve colluttazione il giovanissimo era stato di lì a breve rintracciato dagli agenti e solo denunciato in quanto incensurato. Il giorno dopo il “fattaccio” si era ripresentato in via Lambro con i familiari per chiedere scusa. «Ho accumulato debiti con il gioco, i miei genitori non ne sapevano nulla e avevo bisogno di soldi» ha detto per tentare di giustificare l’accaduto.
Un altro giovanissimo, anche lui italiano, aveva intenzione di rubare in un negozio di dischi di largo Mazzini ma la situazione gli è un po’ sfuggita di mano tanto che il furto si è trasformato in rapina impropria.
Tre episodi , tutti accaduti in centro città, che hanno indotto gli uomini guidati dal vice questore Angelo Re a intensificare i controlli sul territorio. Dispiegando circa 25 agenti, con il supporto del Reparto Prevenzione Crimine fornito dalla Questura di Milano, le attività di prevenzione di sono concentrate soprattutto attorno a piazza Castello, la zona della stazione ferroviaria, i Giardini della Villa Reale.
Quasi una trentina i ragazzi, soprattutto minorenni, sotto posti a controlli. Tra loro, appunto, anche il 16enne trovato in possesso di una spranga in metallo lunga circa 30 centimetri e con un’estremità schiacciata. Un’arma con la quale aggredire o un attrezzo da utilizzare come piede di porco per perpetrare furti. Inoltre aveva un passamontagna. È stato denunciato.
Durante i controlli è stato anche individuato il presunto autore di furti al distributore di latte di viale Libertà.
Il ragazzino, anche lui 16enne, di Giussano, è stato notato dagli agenti di una volante in sella ad una bicicletta. A incastrarlo il cappellino che il giovane indossava, le sue scarpe e i tratti del viso corrispondenti alla descrizione del ladro fatta da alcuni testimoni e ripreso dalle telecamere dell’impianto. Anche lui è stato denunciato