Mente e braccia brianzole dietro alla maxi truffa scoperta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano che venerdì 20 maggio hanno dato esecuzione otto ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti cittadini italiani (quattro uomini e quattro donne) sette eseguite, considerati responsabili – a vario titolo – di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, al falso, alla sostituzione di persona ed all’impiego di denaro di provenienza illecita.
Le indagini sono state guidate dalla procura di Milano e hanno riguardato il periodo gennaio 2013 – marzo 2016 durante il quale il gruppo avrebbe effettuato 17 compravendite fittizie di immobili di pregio, ubicati in quartieri centrali di Milano, truffando, agli ignari acquirenti circa 2 milioni di euro. La tecnica consisteva nell’avvicinare da una parte i proprietari, proponendosi come mediatori con un inesistente portafoglio clienti di facoltosi stranieri interessati all’acquisto e dall’altra ingannando i compratori spacciandosi per i proprietari, di cui utilizzavano le generalità con documenti d’identità clonati.
L’esca, infine, era la proposta di vendita che si attestava su cifre notevolmente inferiori rispetto al reale valore degli appartamenti. Una volte ottenute le cospicue caparre degli affari, sparivano, salvo poi convertirle in lingotti d’oro in Svizzera. I carabinieri hanno valutato le truffe in un milione e 697 mila euro, a cui vanno aggiunti i soldi versati dai clienti per le spese notarili.
La svolta nelle indagini è avvenuta grazie a una intercettazione che ha permesso di individuare uno degli arrestati. La “mente” del gruppo, che in questo momento sarebbe latitante, forse a San Domingo, sarebbe Luciano Leonio Chierici, classe 1957, milanese domiciliato a Desio, definito dagli investigatori “il trasformista”, perché in grado di modificare di volta in volta aspetto per non farsi riconoscere.
Arrestata anche Maria Assunta Corno, monzese settantenne residente a Concorezzo, truffatrice recidiva, già arrestata nel 2011 dopo che aveva spillato 100mila euro a una ottantenne con la scusa di doversi curare da una malattia in realtà inesistente. Ordinanza restrittiva, infine, anche per Dario Italo Crespi, 63enne monzese, domiciliato a Brugherio, che, secondo le carte dell’inchiesta, si sarebbe occupato in particolare della contraffazione dei documenti di identità degli ignari proprietari.