Il “Tripodi pane e caffè” di piazza Vittorio Veneto 5, a Seregno, ha riaperto i battenti mercoledì scorso, a quasi cinque mesi di distanza dal divieto di prosecuzione dell’attività – dopo che era stata accertata la possibilità di infiltrazioni mafiose nell’esercizio – deciso dal Comune di Seregno. Dopo un approfondimento condotto dall’ufficio antimafia della Prefettura di Monza e Brianza, e con il benestare della stessa Prefettura, potrà continuare a lavorare in futuro.
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Determinante è stato un cambiamento della compagine societaria, che già lunedì 11 aprile, all’indomani del rigetto da parte del Tar della Regione Lombardia dell’istanza di sospensiva del provvedimento di chiusura, riconfermata poi dal Consiglio di Stato, ha portato all’uscita dal consiglio di amministrazione della Tripodi Srl, la società che gestisce lo spazio, di Isabella Tripodi, primogenita di Teresa Crea e Giovanni Tripodi, cui sono state imputate frequentazioni «non opportune», e del secondogenito Antonino Tripodi, arrestato nel luglio del 2010 nell’ambito dell’operazione “Infinito” contro la ’ndrangheta.
Antonino Tripodi era stato poi condannato per la detenzione di armi in un box di sua proprietà in via Rossini, ma assolto dall’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. In più, è stata licenziata la moglie di quest’ultimo, Francesca Pio, nipote di Candeloro Pio, condannato a 21 anni di reclusione a seguito sempre dell’operazione “Infinito”, in quanto ritenuto capo del locale di Desio della ’ndrangheta. La Prefettura, alla luce di queste novità, ha ritenuto che fossero venute meno le criticità alla base dell’interdittiva ed ha quindi autorizzato la ripresa dell’attività.
Sempre mercoledì, ha rialzato la saracinesca il “Caffè del corso” di corso del popolo 20, appartenente a Valeriano Siragusa, arrestato in novembre nel contesto dell’operazione “Disco Italia”, anche in questo caso finalizzata a debellare la presenza sul territorio della ’ndrangheta. L’esercizio, sottoposto a sequestro giudiziario, è stato riqualificato a partire dalla fine di giugno ed ora può contare su una nuova proprietà, che ha indicato in “Freccia Cafè” la nuova denominazione. Gli interessati hanno però preferito rifugiarsi nel silenzio, poiché «manca ancora l’atto notarile» indispensabile per certificare il passaggio di consegne.
Il solo fronte aperto rimane così quello relativo al bar “La Torrefazione” di corso del popolo 67/a, riaperto sabato 4 giugno, dopo essere stato oggetto di un’altra interdittiva antimafia. Il caso è stato segnalato dal Comune di Seregno alla Prefettura di Monza e Brianza ed ora si attende di sapere se il cambio societario, con in veste di unica titolare Maria Marano, moglie di Pino Pensabene, in carcere dal 2014 dopo essere stato condannato quale nuovo referente del locale di Desio, in luogo della società che comprendeva altri congiunti di Pensabene, sia sufficiente all’eliminazione delle criticità emerse.