Papa Francesco ha accolto con sgomento le notizie sugli attacchi terroristi a Parigi che hanno fatto sinora 128 morti. «In Vaticano – afferma il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi – stiamo seguendo con costernazione queste terribili notizie, siamo sconvolti da questa nuova manifestazione di folle violenza terroristica e di odio che condanniamo nel modo più radicale insieme al Papa e a tutte le persone che amano la pace.
Preghiamo per le vittime e i feriti e per l’intero popolo francese. Si tratta di un attacco alla pace di tutta l’umanità che richiede una reazione decisa e solidale da parte di tutti noi per contrastare il dilagare dell’odio omicida in tutte le sue forme».
Oggi a Monza, si osserverà un minuto di silenzio per testimoniare la solidarietà alle famiglie e al popolo francese. L’appuntamento è alle 18 all’Oasi san Gerardo in via Gerardo dei Tintori, 18/A, nelle vicinanze del tribunale.
E sempre oggi, sabato 14 novembre, a Seregno , alle 17,30, davanti alla basilica di San Giuseppe, ci sarà un breve momento di preghiera, che sarà guidato dal prevosto monsignor Bruno Molinari. L’appuntamento sarà trasversale ad associazioni e gruppi politici e non contempla l’esposizione di simboli o loghi di partito. L’invito a partecipare è rivolto a tutti.
Anche Comunione e Liberazione si unisce alla commozione, al dolore e alla preghiera di Papa Francesco per le vittime degli attacchi di Parigi e per il popolo francese: «Queste cose sono difficili da capire. Non ci sono giustificazioni per queste cose, questo non è umano» (Papa Francesco al telefono con TV2000).
Don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL, ha dichiarato: «Davanti ai nostri occhi c’è un’evidenza: la vita di ciascuno è appesa a un filo, potendo essere uccisi in qualsiasi momento e ovunque, al ristorante, allo stadio o durante un concerto. La possibilità di una morte violenta e feroce è divenuta una realtà anche nelle nostre città. Per questo i fatti di Parigi ci mettono davanti alla domanda decisiva: perché vale la pena vivere? È una provocazione che nessuno di noi può evitare. Cercare una risposta adeguata alla domanda sul significato della nostra vita è l’unico antidoto alla paura che ci assale guardando la televisione in queste ore, è il fondamento che nessun terrore può distruggere».
«Chiediamo al Signore di poter affrontare questa terribile sfida con gli stessi sentimenti di Cristo che non si lasciò vincere dalla paura: “Oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia” (I Pt 2,23). Con questa Presenza negli occhi potremo guardare perfino la morte, a cominciare da quella di coloro che hanno perso la vita a Parigi, offrire ai nostri figli un’ipotesi di significato per stare davanti a queste stragi e a ciascuno di noi una ragione per tornare al lavoro lunedì mattina continuando a costruire un mondo all’altezza della nostra umanità, con la certezza della speranza che è in noi». Con queste parole don Carrón ha invitato tutti gli amici del Movimento ad aderire ai momenti di preghiera che saranno proposti dalle diocesi, in unità con il Papa e con tutta la Chiesa.