Lissone ricorda Lea Garofalo: inaugurata la piazza che porta il suo nome

Lissone ricorda Lea Garofalo, la collaboratrice di giustizia uccisa dalla mafia il cui corpo è stato bruciato in un campo a San Fruttuoso, frazione di Monza. Ora una piazza della cittadina brianzola porta il suo nome.
Lissone ricorda Lea Garofalo: inaugurata la piazza che porta il suo nome

In occasione della ventesima «Giornata contro le mafie», il Comune di Lissone ha intitolato «Largo Lea Garofalo». Un gesto di alto significato simbolico e morale, che l’amministrazione comunale guidata da Concetta Monguzzi ha fortemente voluto per significare il proprio impegno e quello della città per la legalità e contro ogni forma di poteri paralleli, tanto più oggi che si fanno più preoccupanti gli allarmi sulle infiltrazioni delle mafie anche nel territorio brianzolo.


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Per «Largo Lea Garofalo» è stata scelta una piazzetta centrale e appena riqualificata in via Don Minzoni (accostamento significativo con una vittima innocente della violenza fascista), presso due importanti edifici pubblici come la prossima sede Asl – in corso di ultimazione – e il plesso scolastico Croce-Dante. Sabato 14 marzo, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, delle associazioni e gruppi del territorio, Lissone ha onorato la memoria di una donna coraggiosa, vittima della mafia. Per l’occasione, è stata invitata l’onorevole Lucrezia Ricchiuti, desiana, membro della Commissione nazionale Antimafia, che ha ricordato che il corpo di Lea Garofalo è stato ritrovato a pochi passi da Lissone, a San Fruttuoso di Monza.

Ringraziando il Comune di Lissone, Ricchiuti ha rimarcato che «sono questi i gesti e le scelte che tutte le amministrazioni dovrebbero fare», ricordando che «le mafie non vogliono si parli di mafia perché così si pensa che non ci siano, invece loro sono qui, ci osservano, ci studiano. Oggi c’è una targa “Lea Garofalo, vittima della mafia” e dobbiamo ricordare chi era questa donna, sostenere i nostri amministratori e dobbiamo insieme combattere questo cancro della società che si è insinuato anche al nord».

Quella di sabato è stata una mattinata interamente dedicata alla sensibilizzazione alla lotta contro le mafie, rivolta in particolare agli studenti delle scuole superiori del territorio, presenti poco prima a Palazzo Terragni ad ascoltare gli interventi di Ombretta Ingrascì, scrittrice ed esperta del fenomeno mafioso.