Letta e i ministri hanno giurato Cosa dice la Brianza (e chi c’è)

Il governo di Enrico Letta ha giurato davanti al presidente della Repubblica. Ma in una domenica segnata dagli spari contro due carabinieri davanti a palazzo Chigi. E dalle analisi sul voto di fiducia, Soprattutto nel Partito democratico. Con un Civati sempre più critico.
Il giuramento di Enrico Letta
Il giuramento di Enrico Letta

«Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione». Così Enrico Letta e i ministri del suo governo hanno prestato giuramento domenica al Quirinale, proprio mentre un uomo apriva il fuoco contro i carabinieri davanti Palazzo Chigi (“puntando ai politici” ha poi confessato). Il governo è ora nella pienezza delle sue funzioni.

Il governo Letta è nato nel tardo pomeriggio di sabato e lunedì è atteso in aula dall’esame del voto di fiducia alla Camera. Martedì vota il Senato.

Tutti i nomi – I ministri in tutto sono ventuno, con sette donne: ministro dell’Interno è Angelino Alfano, che ricoprirà anche il ruolo di vicepresidente. Il direttore generale di Bankitalia Fabrizio Saccomanni è ministro dell’economia; la radicale Emma Bonino, candidata anche alla presidenza della Repubblica, è il nuovo ministro degli Esteri; per la Difesa è stato scelto Mario Mauro, di Scelta civica; alla Giustizia Annamaria Cancellieri, ex ministro dell’Interno del governo Monti. Il “saggio” Gaetano Quagliariello (Pdl) va agli Affari costituzionali e Riforme; agli Affari europei riconfermato Enzo Moavero; agli Affari regionali Graziano Delrio (Pd), attuale presidente dell’Anci. Maurizio Lupi – Pdl, area Comunione e Liberazione come Mauro – alle Infrastrutture e Trasporti. Il presidente dell’Istat Enrico Giovannini è ministro del Lavoro. Alla Coesione territoriale è stato nominato Carlo Trigilia, sociologo e professore a Firenze. Ai Rapporti col Parlamento Dario Franceschini. Allo Sport e Pari opportunità Iosefa Idem (senatrice Pd), pluricampionessa olimpica nella canoa. Alla Semplificazione va Giampiero D’Alia (Udc); allo Sviluppo economico Flavio Zanonato (Pd), sindaco di Padova. Alle Politiche agricole Nunzia De Girolamo, deputato Pdl, avvocato, 38 anni. All’Università e ricerca Mariachiara Carrozza (Pd). Alla Salute Beatrice Lorenzin, Pdl, in politica fin dagli esordi di Forza Italia, con il movimento giovanile del partito. Andrea Orlando (Pd), sarà ministro dell’ambiente. Cecile Kyenge (Pd) – di origine congolese – è il nuovo ministro dell’Integrazione. Ai Beni culturali, il direttore editoriale di Treccani Massimo Bray (Pd). Infine Filippo Patroni Griffi, ministro uscente della Pubblica amministrazione, è il nuovo sottosegretario alla presidenza del consiglio Un governo frutto “degli sforzi delle forze politiche che hanno scelto la strada della collaborazione nonostante tutte le difficoltà incontrate e prevedibili” l’ha definito il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Lupi contento – «Sono stato eletto Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture nel Governo con Enrico Letta – ha scritto Maurizio Lupi, eletto nel collegio di Monza e molto presente in Brianza, sul suo blog – che responsabilità! Ci sarà bisogno del lavoro di tutti. Speriamo di non deludere i nostri elettori, di aiutare le nostre imprese e le nostre famiglie, le persone che stanno facendo fatica e che soffrono e di valorizzare la tanta ricchezza che c’è nella nostra società. Grazie al presidente Berlusconi per avermi proposto nella delegazione del Pdl e a tutti voi per l’affetto e la stima dimostratami in queste ore».

Maroni scettico – Non è ottimista il presidente della Regione Lombardia, il leghista Roberto Maroni: «Secondo me il governo non avrà vita lunga – ha commentato – Rispetto ai giorni scorsi sono stati fatti passi indietro nonostante l’apertura di credito della Lega a Letta». Maroni ha detto di non aver «nessun problema» con il nuovo ministro («mi piace») ma di non essere d’accordo su quanto affermato «sullo Ius soli e sulla cancellazione della Bossi-Fini»: «Alfano dica se è d’accordo», ha sottolineato.

Civati critico – Molto critico il monzese del Pd Giuseppe Civati, già minacciato di espulsione dal partito se non dovesse votare la fiducia al governo. E al centro di una severa discussione proprio sul voto. Il neo-onorevole ha spiegato la sua posizione sabato sera alla trasmissione “In Onda” su La7 (vedi il video dal minuto 30’): «Tra i ministri nominati, c’è chi ha avuto cautele nel voto a Prodi – ha esaminato, tornando al voto per il presidente della Repubblica – Entro lunedì chiedo che sia fatta chiarezza: non si può rimproverare me di non votare la fiducia a Letta come un traditore quando ci sono state decisioni mai discusse con i parlamentari, dai 101 voti mancanti per Prodi alla vicenda Marini fino al precipitarsi al Colle per affidarsi a Napolitano in modo che fosse lui a chiedere un governo col Pdl. Chiedo chiarezza e rispetto per chi non è d’accordo, perché prima è il caso di ricreare un clima per cui mi possa fidare del compagno di banco»

E poi: «Il Pd si sente ancora un partito di sinistra? Il dibattito delle primarie può avere vita sulle questioni importanti per il paese? Nella base ci sono sentimenti di disorientamento e desiderio di avere un governo. Sul blog segnalo il caso di un ministro che fino a ieri chiedeva spiegazioni su Twitter su cosa sia successo con Marini, Prodi. È Zanonato, diceva le stesse cose che sto dicendo io, solo che io sono un rompic*****i e lui fa il ministro. Non ho capito come mai. Se il dibattito è finto io non ci sto: io sono arrivato alla politica con le primarie e non ho niente da perdere».

Domenica nel tardo pomeriggio è stato diffuso un comunicato in cui i “dissidenti” del Pd avrebbero raggiunto un’intesa sulla fiducia. Circostanza smentita dallo stesso Civati, dopo le 17 sul blog www.ciwati.it: «Circola da qualche minuto un documento che include anche la mia firma e in cui annuncio il mio voto di fuducia al Governo. Non so come sia uscito, ma non ho firmato alcuna dichiarazione di fiducia e quindi smentisco. Come ho detto più volte in questi giorni, e ancora poche ore fa in diretta su Rai 3, le mie perplessità sul Governo Letta rimangono, e prenderò una decisione in merito alla fiducia solo dopo averne discusso, come ho ripetutamente richiesto, domattina con il resto dei colleghi del Pd. Non prima».

Ricchiuti preoccupata – Preoccupata la senatrice desiana del Pd, Lucrezia Ricchiuti: «Il governo Letta/Alfano è un governo democristiano – ha scritto su facebook – Sui nomi non mi pronuncio e dico solo che per quanto ci riguarda, il nipote di Gianni non è stato capace, almeno per due ministeri importanti, di scegliere nomi di spessore. Quello che verifico è che la sinistra del partito, maggioritaria rispetto al resto, ha perso e ha dimostrato, anche in quest’occasione la sua insipienza (…) Siamo partiti, dopo le elezioni, a mai con il Pdl e un Presidente di nostro riferimento perchè sarebbe durato sette anni. Non abbiamo mantenuto nessuna delle due promesse, non siamo più maggioranza ma neanche opposizione e il presidente è provvisorio. In questo momento non sono tanto preoccupata del cosa fare martedì in Senato. Sono preoccupata perchè le leggi in cui tanto credevo non si faranno: la legge anti corruzione, il conflitto di interessi, la riduzione dei parlamentari, ll falso in bilancio, il codice antimafia. Non ci resta che il congresso».

Il parere di Ambrosoli – Sulla squadra di Enrico Letta si è espresso su facebook anche Umberto Ambrosoli, candidato del centrosinistra per la Regione Lombardia: «Non mi piace l’idea di un Governo con centrodestra, ma è il risultato del voto di febbraio che non ha attribuito al centrosinistra la maggioranza. Ed è colpa -anche- di un M5S che non ha voluto (è legittimo, ovviamente) partecipare ad un Gov di cambiamento. Il Paese ha bisogno di un Governo e questa maggioranza appare come l’unica possibile, purtroppo. Alfano, Quagliarello & CO non mi fa per nulla piacere siedano al Governo, ma sappiamo che c’erano opzioni ben peggiori… Mentre le ministre e i ministri NON PDL complessivamente mi sembrano una buona squadra. Punto».