Aveva vent’ anni quando, l’8 aprile 1985, a Milano, i ladri gli rubarono il motorino. Il Garelli Noi che aveva tanto sospirato e che i genitori gli avevano regalato quando aveva compiuto i quattordici anni. Non credeva alle sue orecchie, Pietro Pozzi, casa a Montesiro, cinquanta anni il prossimo 27 luglio, quando martedì la Polizia stradale di Romagnano Sesia (Novara) lo ha raggiunto per telefono informandolo di aver ritrovato il suo vecchio e caro compagno di mille avventure. «Ha visto? Ci abbiamo messo un po’ ma glielo abbiamo ritrovato. Venga pure a riprenderselo», gli ha detto l’agente che lo ha contattato.
Tra stupore e incredulità, mercoledì Pozzi si è messo in viaggio verso il Piemonte in compagnia della figlia Susanna e dei ricordi di gioventù che hanno iniziato a riaffiorare alla mente.
«Quando gli agenti me lo hanno consegnato – dice Pozzi, conducente di linea molto noto in città per la sua passione per il teatro e per la musica – non ho avuto dubbi: era proprio il motorino di trent’anni fa. Il mio motorino. Quello con cui facevo il pony express e giravo per gli studi televisivi dove respiravo a pieni polmoni la musica che da allora è una mia grande passione, quello su cui andavo avanti e indietro da Milano a Rodano, per il mio amore di allora, quello su cui raggiungevo Montesiro per fare visita ai miei zii. Incredibile averlo ritrovato. Ora lo pulirò e lo sistemerò per bene: lo voglio conservare come un carissimo ricordo della mia giovinezza».
Il motorino era in possesso di un marocchino di quarantuno anni, denunciato a piede libero per ricettazione, fermato dalla Stradale per un normale controllo, mentre stava facendo rientro in Francia, dove vive. Tra gli oggetti stipati sulla sua auto, l’uomo aveva anche un motorino rubato nel 1985 a un giovane milanese di venti anni, come gli agenti hanno subito verificato.
«Quando mi hanno telefonato e mi hanno detto di aver ritrovato il mio motorino – racconta il montesirese – all’inizio ho pensato a un errore. Subito dopo a uno scherzo. “Ma io non ho un motorino. Non ce l’ho più da trent’anni”, ho risposto a chi mi comunicava che me lo avevano ritrovato. Figuriamoci se potevo immaginare che si trattasse proprio di quel motorino».
Pozzi non voleva crederci. Per convincerlo a mettersi in macchina verso il Piemonte, macinando i settanta chilometri che separano Besana da Romagnano Sesia, gli agenti hanno dovuto pure inviargli una foto sul telefonino. Gli ultimi dubbi sono crollati quando, mercoledì pomeriggio, Pozzi si è ritrovato di fronte il suo Garelli blu. Imballato di tutto punto, lo ha portato a casa.