Pedemontana si farà tutta, ma prima bisognerà trovare i soldi necessari ad avviare i cantieri. Mercoledì Antonio Di Pietro, il presidente della società che deve realizzare l’autostrada, non ha sciolto i dubbi espressi dai sindaci dei comuni lungo la tratta B2. «Non fare l’opera – ha precisato l’ex magistrato di Mani Pulite – costerebbe più che non farla: l’ho detto anche al ministro Delrio. Il problema è che si è inceppato il meccanismo di finanziamento bancario». Quel meccanismo, per la verità, si è rotto da un pezzo tanto che sono già andati deserti diversi bandi rivolti agli istituti di credito che avrebbero dovuto garantire i 2,4 miliardi di euro che mancano.
Gli investitori, oltretutto, non sono certo allettati dai dati relativi al traffico: da gennaio a settembre su Pedemontana i veicoli sono stati il 59% in meno rispetto a quelli previsti nel 2014 con punte di -78% sulla tangenziale di Varese e di -72% su quella di Como. Eppure Di Pietro è ottimista: «Il traffico – ha commentato – negli ultimi mesi è aumentato e potrebbe crescere ancora quando l’arteria sarà completata». La speranza di un possibile incremento delle auto in transito non è sufficiente per convincere le banche, che secondo il presidente dovranno abbassare i tassi di interesse pretesi, a sostenere l’opera. Per questo, a suo parere, dovrebbe intervenire il Pirellone: «Ho chiesto alla Regione – ha precisato – di garantire agli investitori i mancati introiti dai pedaggi». Il Governo, dal canto suo, ha accordato la detassazione di 800 milioni di euro.
La scelta, quindi, toccherà ai politici così come spetterà a loro quella di rivedere il tracciato, come proposto nell’estate 2015 dalla Provincia e avallato in aprile da Delrio durante la sua visita a Monza. Ora, però, pare che il ministro abbia innestato la retromarcia: «L’opera – ha annunciato il presidente di Cal Gianantonio Arnaboldi – non è mai stata messa in discussione e sarà realizzata interamente, come confermato dal ministero. Si farà anche la tratta D del vimercatese in quanto è parte integrante del progetto». Si farà tutta, ha aggiunto Di Pietro, in quanto lo stralcio di qualche troncone o il ridimensionamento di altri obbligherebbe a ricominciare l’iter dall’inizio.
Quando inizieranno i lavori, però, nessuno lo ha ipotizzato: i cantieri, ha proseguito il presidente, partiranno subito dopo che saranno apposte firme che non dipendono da lui. Per quanto riguarda la B2 lo stallo potrebbe durare parecchio: mesi, se non anni. Nelle prossime settimane, intanto, si terrà una conferenza di servizi in cui saranno presentati i risultati delle analisi sui terreni contaminati dalla diossina.
La mancanza di certezze non ha rasserenato i sindaci di Lentate, Meda, Seveso, Barlassina e Cesano Maderno che non sono nemmeno riusciti a spuntare scandenze certe per l’avvio delle opere di compensazione che Pedemontana dovrebbe effettuare per evitare il collasso della viabilità locale. La società non ha in cassa i 60 milioni necessari ma, dopo nuove valutazioni, potrebbe permettere a quelle amministrazioni che non hanno difficoltà di bilancio di anticipare le risorse in modo da far partire i lavori.
Le incognite sul progetto, hanno ricordato i primi cittadini, si ripercuotono sullo sviluppo dell’intera zona dove, di fatto, i piani di governo del territorio sono congelati e la programmazione degli interventi pubblici vincolata. «L’incontro – ha osservato il presidente della Provincia Gigi Ponti – conferma quanto la modalità di realizzazione di Pedemontana in Brianza sia oggi un ‘cantiere nel cantiere’, considerando le tante incertezze che ancora pendono sull’opera».
Il discorso, mercoledì, non poteva non spostarsi sulla Milano-Meda che avrebbe bisogno di urgenti interventi di manutezione straordinaria: l’ente di area vasta ha nuovamente invitato la Regione a prendere in carico l’arteria, la cui competenza è passata a via Grigna il 19 marzo: «Noi – ha ricordato Ponti – abbiamo tamponato le emergenze con le poche risorse disponibili e stiamo affidando un appalto per ulteriori lavori pari a 1,5 milioni di euro».
I flussi di traffico su Pedemontana sono commentati aspramente dal Movimento 5 Stelle: «Maroni – attacca il consigliere regionale Stefano Buffagni – dovrebbe nominare Di Pietro commissario liquidatore della società. I dati confermano che l’autostrada è un Titanic: stiamo pagando il conto di una cattiva progettazione e l’illusione d’incassi che mai si realizzeranno. Non è possibile concepire un’infrastruttura i cui costi, secondo l’appaltatore, sono ormai più che raddoppiati. E non siamo nemmeno a metà: Pedemontana è un suicidio manageriale, imprenditoriale e ambientale e va fermata, non possiamo permetterci di svendere il futuro dei lombardi con milioni di euro di debiti sulle loro spalle».