La notizia attesa dai residenti lungo la ferrovia è arrivata lunedì: Rfi ha annunciato che effettuerà gli interventi per mitigare il rumore in via San Gottardo nel tratto compreso tra la passerella con via Sella fin quasi il ponte di via Medici. Il Comune, dal canto suo, metterà a disposizione 300.000 euro come contributo alla progettazione.
«Siamo molto soddisfatti – commenta il sindaco Roberto Scanagatti – perché si risolverà un problema che si protrae da decenni e che provoca pesanti disagi ai cittadini. Con loro avevamo assunto un impegno e lo stiamo mantenendo». «Ci siamo mossi – aggiunge l’assessore alla Mobilità Paolo Confalonieri – ben prima dell’inizio dei lavori nella galleria di via San Gottardo: nell’ultimo anno abbiamo incontrato a più riprese Rfi, sia a Milano che a Roma».
Rete ferroviaria, spiega il capogruppo del Carroccio al Pirellone Massimiliano Romeo che ha sollecitato l’incontro di settimana scorsa tra la società, la Regione e il Comune, monterà 600 metri di barriere fonoassorbenti su via San Gottardo, finora non considerata prioritaria nel Piano di risanamento acustico. «I responsabili – prosegue – hanno precisato che i tappetini antivibrazioni verranno posati solo in galleria, dato che, nei tratti in cui il tracciato è in trincea o all’aperto, le vibrazioni saranno assorbite dalle barriere acustiche. Ora è importante che il Comune si attivi per fare in modo che l’intervento siano realizzato in maniera adeguata»
Non sono altrettanto ottimisti sul risultato delle opere i rappresentanti del Comitato San Fruttuoso 2000: l’impegno della Regione e del Comune, avvertono, potrebbe non essere sufficiente di fronte alle proposte di Rfi. «La disponibilità – chiariscono – a realizzare 600 metri di barriere acustiche lungo via San Gottardo e a installare un tappeto antivibrazioni soltanto nella galleria sotto largo Mazzini rappresenta un passo avanti, ma è un “contentino” elargito da chi ha 7 miliardi da spendere in mitigazioni. Generiche barriere antirumore non bastano: la Milano-Chiasso passa nel cuore della città, tra edifici ravvicinati che superano i 20 metri. Le barriere possono alleviare un po’ chi abita ai piani bassi, ma è poco. Ci vuole un sistema integrato fonoisolante, fonoassorbente e antivibrazioni, con un mix di tratti in galleria artificiale ventilata, barriere e coperture, risonatori a cavità, e con un adeguato sotto-ballast antivibrazioni su tutta la tratta urbana». «Occorre – aggiungono – un progetto qualificato dal punto di vista tecnico, ma anche dal punto di vista architettonico». Il Comitato lancia, infine, un appello all’amministrazione Scanagatti affinché «non si faccia abbagliare dalla modesta apertura di Rfi e assuma con decisione un ruolo propositivo, chiedendo una soluzione di qualità nell’interesse di Monza e dei suoi cittadini».