Un presidio in piazza Libertà, di fronte a palazzo Landriani-Caponaghi, sede di rappresentanza del Comune di Seregno, convocato per martedì 26 settembre, alle 20,30, dalle opposizioni consiliari. È la prima reazione tangibile del mondo politico seregnese all’inchiesta che ha decapitato la giunta comunale e comportato in primis l’arresto del sindaco Edoardo Mazza.
Per tutta la mattinata, la stessa piazza Libertà e la vicina via XXIV Maggio, su cui si affaccia l’ingresso all’ufficio tecnico comunale, sono state occupate in forze dalle vetture dei Carabinieri, che hanno provveduto a numerose perquisizioni. Tra queste, anche una nell’ufficio di Mazza, presente nonostante la misura cautelare a suo carico: i militari, guidati dal tenente Daniele Brasi, comandante del nucleo operativo radiomobile di Seregno, se ne sono andati a mezzogiorno circa, dopo aver accompagnato all’esterno il primo cittadino da un’uscita secondaria, per evitargli una gogna mediatica.
In precedenza, scortato sempre dai Carabinieri, era arrivato e se ne era andato anche il vicesindaco Giacinto Mariani, la cui permanenza nell’edificio, dove al piano terreno si trova il suo ufficio, è durata meno di una mezz’ora. Dal palazzo è stato prelevato almeno un computer da tavolo.
«Si tratta di una novità gravissima – ha tuonato Tiziano Mariani, capogruppo consiliare di Noi per Seregno ed Area Popolare – Spero che tutti i consiglieri abbiano il buon senso di dimettersi, evitando lo scioglimento del consiglio per mafia da parte del ministero dell’Interno. Vanno subito azzerate anche le nomine di Aeb e Gelsia: temo che un nuovo ciclone giudiziario possa arrivare da lì».
Concorde anche Antonio Colzani, segretario locale del Partito Democratico: «Per la città è uno schiaffo d’immagine epocale. Il nostro circolo dalle 15 di oggi, considerata la situazione, sarà riunito in permanenza nella sede di via Leonardo da Vinci».
Adirato William Viganò, capogruppo consiliare dei democratici ed avversario sconfitto da Mazza nel ballottaggio elettorale del 2015: «Abbiamo la massima fiducia nella magistratura. Se i fatti saranno accertati, le persone coinvolte vanno spazzate via senza il minimo riguardo».
Fiducia nella magistratura è stata espressa anche da Giuseppe Azzarello, capogruppo di Forza Italia: «Non conosco le contestazioni e sto cercando di capire. Dimissioni dal consiglio? È troppo presto per dirlo…».
Sul fronte leghista, in piazza è transitato Cristian Invernizzi, neocommissario della sezione di Seregno, che ha rimandato le sue valutazioni ad un prossimo comunicato stampa, mentre l’ex segretario Davide Vismara e l’ex assessore Barbara Milani, dimessisi nei mesi scorsi in dissenso con la linea politica di giunta e Lega Nord, hanno fatto capolino, ma sono apparsi comprensibilmente abbottonati.
«È un fulmine a ciel sereno» ha commentato comunque, con un’evidente ironia, Vismara. «La lettera di dimissioni di Milani – ha ricordato Mario Nava, capogruppo del Movimento 5 Stelle – aveva fatto emergere le spaccature nella maggioranza e ci aveva fatto pensare che qualcosa nell’urbanistica non fosse andato per il verso giusto. Ora, se qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi».
Critico è stato il parere di Romeo Cerri, storico rappresentante della sinistra seregnese: «Non si capisce se la Locride si sia trasferita a Seregno o viceversa…».
Amareggiato è parso infine Luigi Losa, per anni direttore de il Cittadino e seregnese doc: «Per la città è una vergogna. Non ricordo, a memoria, un arresto di un altro sindaco in un Comune della Brianza».