Centinaia di persone si sono date appuntamento in Villa Reale a Monza per assistere alla lectio magistralis del critico Vittorio Sgarbi che prima dell’evento, iniziato alle 16, ha effettuato una visita privata nella sala che ospita la Flagellazione di Cristo di Caravaggio.
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Il video integrale della Lectio magistralis
Vittorio Sgarbi spiega Caravaggio
Alla fine è stato Sgarbi show, fuori e dentro la Villa reale. Una gradita sorpresa per i fortunati visitatori che, calcolando tempi e code, sono riusciti ad arrivare nella sala delle feste, dove è conservata la tela di Caravaggio, in tempo per sentire le spiegazione di Vittorio Sgarbi.
Un quarto d’ora di nozioni e suggestioni, raccontate da Sgarbi che ha voluto spiegare il dipinto incastonandolo nel percorso personale del Merisi. L’opera, infatti, è stata realizzata dopo l’omicidio di Ranuccio Tomassoni che gli costò la condanna a morte, e i toni cupi degli aguzzini, le ombre marcate trasmettono il profondo senso di colpa dell’artista.
«L’opera è più deludente di altre ma è il quadro che segna l’inizio della fine – ha spiegato – Tutto è molto classico a partire dal corpo di Cristo ma è la figura dell’aguzzino chinato in ombra, in basso a sinistra la più bella e la più caravaggesca di tutta l’opera». Un uomo chinato, col viso totalmente in ombra e il volto girato, comparso nel quadro quasi per sbaglio, come un errore, «come quando ti fai una foto e qualcuno passa davanti».
Nel silenzio della sala delle feste Sgarbi ha approfittato del pubblico anche per qualche frecciata al Governo e alla diffusa ignoranza dei politici. Ma non solo. Accorato il suo appello affinché la tela venga riportata nella chiesa di San Domenico da dove è stata presa: «Lì deve stare, non è di proprietà del Museo di Capodimonte e nella chiesa dove l’ha pensata Caravaggio deve ritornare».
Dopo aver replicato la sua personale e colorata spiegazione, Sgarbi si è affacciato sulla balconata della scalinata posteriore della reggia per ripetere, per la terza volta, la sua personalissima lezione. Questa volta davanti c’era un pubblico di oltre 500 persone, incuriosite e attirate dall’inaspettato ospite.
Non sono mancate anche alcune schermaglie (nel tipico stile Sgarbi) con l’assessore monzese alla Cultura, Francesca Dall’Aquila, “colpevole” di aver chiamato la Villa reale una “splendida location”.
«Questa è la Villa reale, chiamatela col suo nome», ha replicato scanzonato all’assessore. Tra gli ospiti anche l’assessore regionale alle Culture, Cristina Cappellini e il consigliere regionale Massimiliano Romeo. «La Lega se ne deve fare una ragione: Caravaggio è il più grande pittore padano, peccato però che qui non abbia fatto nulla se non divertirsi con le donne, il meglio lo ha riservato per Roma e per il sud», ha aggiunto.