La foto ricordo sul ponte: quattro ciclisti brianzoli trasformati in turisti incivili a Venezia

Nei giorni scorsi la stampa nazionale ha dato ampio spazio ai casi di incivilità dei turisti in visita a Venezia. In una gallery è finita anche la foto di quattro brianzoli che erano arrivati in laguna dopo 450 km in bicicletta. Ma loro protestano: «Noi siamo abituati a rispettare l’ambiente in cui ci muoviamo».
I brianzoli a Venezia: sono finiti in una gallery del Corriere della Sera sull’inciviltà dei turisti
I brianzoli a Venezia: sono finiti in una gallery del Corriere della Sera sull’inciviltà dei turisti Carla Colmegna

Momenti di notorietà. Loro malgrado. La loro fotografia sul sito del Corriere della Sera è rimbalzata su tantissimi giornali web e siti di informazione.

Ma a loro non ha fatto molto piacere. Soprattutto perché sono stati associati a comportamenti di assoluta maleducazione e di incuria da parte di molti turisti a Venezia. Loro hanno spinto a mano la loro bicicletta per una foto di rito scattata da un passante dopo aver percorso 450 chilometri sui pedali. Davide Maffeis e Paolo Galloni di Seregno, Federico Donghi di Cesano Maderno e Marco Brambilla di Vedano al Lambro, non si aspettavano proprio una simile eco.

«Abbiamo percorso 450 chilometri di 4 tappe attraverso le Dolomiti. Siamo arrivati a Venezia da Mestre attraverso una specie di pista ciclabile che tale non si può definire – ha spiegato Maffeis – Arrivati in città, sapevamo bene che non si può attraversare stando sulla sella anche perché sarebbe impossibile vista la quantità di gente che gira. Siamo arrivati, portando a mano la bici, al primo ponte possibile per fare una fotografia di gruppo.

Qui abbiamo chiesto a un passante di poterci scattare una foto e, allo stesso momento, un fotografo ne ha scattata un’altra dicendoci che lavorava per il Corriere. Mai avremmo pensato di finire in un servizio che denuncia atteggiamenti di vera inciviltà come persone che sporcano o prendono il sole seminude. È giusta la denuncia, ma noi mai ci permetteremmo di far qualcosa contro le norme o che possa deturpare qualcosa. Abbiamo portato la bici a mano».

Nel servizio fotografico si vede gente che fa pipì sui muri senza nemmeno cercare più gli angoli nascosti. Gente che gira a petto nudo dove è vietato. Tende canadesi piantate qua e là nei giardini o nei campielli. Tuffi nei canali. Tovaglie stese sulle rive da famigliole che fanno il pic nic. Gente sdraiata a prendere il sole come se fosse in spiaggia.

«Noi andiamo in bici da tanti anni – ha aggiunto Maffeis – amiamo lo sport all’aria aperta, in montagna, pratichiamo lo sci di fondo da un sacco di tempo. Rispettiamo l’ambiente in cui ci muoviamo e sinceramente un’associazione tale ci sembra decontestualizzata e troppo affrettata. Ci sono comportamenti sbagliati, irrispettosi delle persone e delle cose ed è giusto denunciarli. Sono il primo a dirlo. Noi abbiamo spinto la bici a mano per un piccolo tratto. Non abbiamo ricevuto multe. Voglio ripeterlo: mai faremmo qualcosa che vada contro la legge e di irriverente».