“Disattendere e aggirare l’univoco quadro normativo in materia, ad avviso del collegio, non può trovare giustificazioni o scusanti , configurando un vero e proprio “dolo di protervia” ascrivibile a chi, pur avendo effettuato una volontaria e testuale scelta per il regime intramoenia (attività esclusivamente esercitata nella struttura sanitaria pubblica ndr) non vi si conformi doverosamente”.
Lapidari i giudici della Corte dei Conti che con la sentenza del 17 febbraio scorso (numero 14/2017) hanno condannato il professore Marco Baldoni (già assessore comunale all’ università, alla ricerca e alla salute nella giunta Mariani) a risarcire l’Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza con 236.406 euro, e 185.939 euro e 3 milioni e 970mila euro a favore dell’Università di Milano Bicocca (il primo importo per differenze retributive tra tempo pieno e tempo definito e quale corrispettivo per l’incarico di Direttore di Dipartimento) oltre al pagamento delle spese di lite, 632,66 euro.
Secondo i giudici economici Baldoni (pioniere nell’utilizzo delle cellule staminali per la rigenerazione ossea) avrebbe esercitato – ma non gli era consentito – la sua attività (esclusiva) di odontoiatra al San Gerardo di Monza e di professore ordinario a tempo pieno di Clinica odontoiatrica all’Università Bicocca di Milano (facoltà di medicina del San Gerardo), oltre a lavorare nel suo studio privato.
Dal punto di vista penale, in Tribunale a Monza, l’accusa di truffa ai danni dello Stato e abuso d’ufficio nel 2015 era stata archiviata su richiesta della stessa Procura (pm Donata Costa).
La Corte dei conti (collegio presieduto da Silvano Di Salvo) ha invece stabilito che Baldoni dovrà risarcire l’ospedale di Monza e l’Università in quanto, si legge nella sentenza «Il quadro legislativo in materia di regime delle incompatibilità per professori universitari a tempo pieno e per medici in regime di esclusiva è chiara, ben formulata, inequivoca».