La pioggia ha fatto il suo dovere. Tre giorni buoni di acqua su Monza e Brianza hanno spazzato l’aria dalle polveri sottili che fino a giovedì 2 febbraio hanno raggiunto livelli record: dopo il dato brianzolo di 179 microgrammi di Pm 10 per metro cubo registrato l’1 febbraio (rispettivamente 186, 195 e 156 i livelli registrati nelle stazioni fisse dell’Agenzia regionale per l’ambiente a Meda, Monza-via Machiavelli e Monza-Parco), i numeri si sono attestati in media intorno a quota 35 mg. Con la punta di 49 microgrammi registrata a Monza in via Machiavelli il 3 febbraio e di 46 del 6 febbraio a Meda. Sospese da lunedì le misure per il miglioramento della qualità dell’aria previste dal Protocollo Aria e attive dopo sette giorni di superamento del limite di 50 mg.
Disinnescata un’emergenza, con un occhio al meteo che prevede il ritorno di giorni di sole, c’è chi – come Villasanta – ha diffuso un vademecum regionale con alcune regole per cercare di arginare il problema dell’inquinamento. Poche regole di “responsabilità individuale” per richiamare “comportamenti virtuosi e scelte consapevoli”: al volante privilegiare una guida ecologica a basse velocità e regime il più possibile costante, preferire alternative al diesel e, in caso di acquisti, scegliere veicoli classe Euro 6, scegliere la mobilità dolce e condivisa. In casa non superare i 20 gradi imposti per leggere e dove possibile abbassare a 19, spegnere i riscaldamenti in assenza di persone, rispettare le disposizioni in caso di uso di stufe e i divieti per le combustioni all’aperto.
Intanto c’è chi cerca di guardare oltre il problema. È la Città di Torino che nei giorni di emergenza ambientale ha previsto livelli di intervento che arrivano a bloccare i veicoli privati fino alla classe Euro 4. Con sette giorni oltre i 50 mg scatta il blocco della circolazione dei diesel precedenti all’Euro 4, con tre giorni a 100 mg stop ai diesel precedenti all’Euro 5, con tre giorni a 150 mg stop a tutti i veicoli diesel e con tre giorni a 180 mg stop per tutti.