L’aria di Monza e della Lombardia era già stata bocciata nel 2014. Senza appello. Ora l’Agenzia europea per l’ambiente ha reso noti nuovi dati che assegnano all’Italia e alla pianura padana un altro record negativo. L’Italia è il Paese dell’Unione europea che ha il maggior numero di morti prematuri rispetto alla normale aspettativa di vita a causa dell’inquinamento dell’aria.
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Nel 2012 l’Italia ha registrato 84.400 decessi, su un totale di 491mila a livello europeo, che possono essere attribuiti a micro polveri sottili (Pm2.5), biossido di azoto (No2) e l’ozono, quello nei bassi strati dell’atmosfera (O3). Ovvero l’inquinamento.
L’area più colpita in Italia si conferma quella della pianura padana, con Brescia, Monza, Milano, ma anche Torino, che oltrepassano il limite fissato a livello europeo di una concentrazione media annua di 25 microgrammi per metro cubo d’aria. Limite sfiorato da Venezia. Se si considera la soglia di 10 microgrammi per metro cubo raccomandata dall’Oms, il quadro nazionale peggiora a partire da altre grandi città come Roma, Firenze, Napoli, Bologna, arrivando fino a Cagliari.
Una notizia che arriva nei giorni della conferenza mondiale sul clima in corso a Parigi, dove i leader mondiali devono trovare un accordo anche per la riduzione sensibile delle emissioni a effetto serra. Pure Monza domenica ha marciato insieme ad altre 150 città nel mondo per chiedere l’impegno della politica.
“Un accordo ora o mai più, siamo sull’orlo del suicidio ecologico”, ha ammonito Papa Francesco.
L’aria di Monza era già stata bocciata da Legambiente nei primi mesi del 2015: in settanta giorni, da gennaio a marzo, era stato raggiunto e superato il limite di 35 giorni consentito dall’Unione europea per le concentrazioni di Pm10. “Questo vuol dire che 1 giorno su 2 l’aria è stata irrespirabile”, aveva denunciato il circolo monzese.
L’ultimo studio dell’Agenzia europea per l’ambiente attribuisce a polveri sottili, biossido di azoto e ozono rispettivamente 59.500, 21.600 e 3.300 morti premature in Italia. Il bilancio più grave se lo aggiudicano le micropolveri sottili, che provocano 403mila vittime nell’Ue a 28 e 432mila nel complesso dei 40 Paesi europei considerati dallo studio. L’impatto stimato dell’esposizione al biossido di azoto e all’ozono invece è di circa 72mila e 16mila vittime precoci nei 28 Paesi Ue e di 75mila e 17mila per 40 Paesi europei.