Ha scelto la Pietà Rondanini per illustrare la “Preghiera per la Chiesa di Milano” (racchiusa in una cartolina ufficiale) da lui composta per affidare al Padre la Chiesa ambrosiana e il suo prossimo ministero. Una scritta spiega la scelta di quell’immagine: “A questa morte si appoggia chi vive”. Monsignor Mario Delpini, che il prossimo 24 settembre farà il suo ingresso ufficiale come guida della Diocesi di Milano, successore del cardinale Angelo Scola, ha fatto distribuire quell’immagine ai fedeli, nelle chiese e nei santuari che, da luglio a oggi, sta visitando nel suo pellegrinaggio mariano. Un cammino che mercoledì 30 agosto, ha toccato anche Monza.
LEGGI L’arcivescovo Delpini in visita a Cornate d’Adda e Busnago
LEGGI Sorpresa ad Agrate Brianza: l’arcivescovo Delpini alla messa della domenica
LEGGI Mario Delpini è il nuovo Arcivescovo di Milano, succede al cardinale Angelo Scola – VIDEO
Una visita semplice, quella dell’arcivescovo eletto, che ha voluto questi momenti di preghiera e incontro come gesto di devozione personale proprio in preparazione al suo ingresso in Diocesi. Un itinerario spirituale che ha toccato il Duomo e molte altre chiese della città, senza particolare clamore, come da desiderio dello stesso Delpini , accolto dall’arciprete, monsignor Silvano Provasi, dai sacerdoti delle comunità pastorali, dai religiosi e dalle religiose; a loro si sono aggiunti numerosissimi fedeli che, seguendo il desiderio dell’arcivescovo eletto, si sono fatti trovare con discrezione nelle diverse tappe, dalla prima mattinata al tardo pomeriggio. Chi ha voluto, infatti, ha potuto unirsi a monsignor Delpini, condividendo una decina del Rosario e la preghiera distribuita sulla cartolina con la Pietà Rondanini. «l’unica – ha detto l’arcivescovo – in verticale, in cui la Vergine si appoggia al figlio morente, come noi dobbiamo aggrapparci nella nostra vita a Colui che è morto per noi».
Monsignor Delpini ha celebrato la messa, alle 10, in un Duomo gremito e si è poi raccolto in preghiera, con loro e con i fedeli, davanti all’immagine della Madonna dell’Aiuto. Con una tabella di marcia intensa ma per nulla frenetica, si è poi recato in via Italia, nella chiesa delle Sacramentine, per un nuovo raccoglimento. Infine, la mattinata si è conclusa al Santuario della Madonna delle Grazie, con un secondo momento di preghiera. Qui, nella mensa del convento, monsignor Delpini si è poi fermato, con i frati francescani e gli altri religiosi della città, per il pranzo. Nel pomeriggio, la visita a San Fruttuoso, San Carlo, per proseguire poi a San Biagio, a Regina Pacis, Cederna e poi a Villasanta e a Sant’Albino.
«Ringrazio tutti voi di esser qui numerosi. L’inizio del mio ministero è un pellegrinaggio più che un ingresso. Perché ho bisogno di preghiere, e delle vostre preghiere, per il mio nuovo compito. La vostra presenza cordiale mi incoraggia nell’essere vescovo, un’impresa non solitaria, ma un “essere insieme”». Così il nuovo arcivescovo Delpini ha iniziato la celebrazione in Duomo, nella memoria del beato Ildefonso Schuster, accompagnato da una trentina di sacerdoti di tutto il decanato, guidati da monsignor Silvano Provasi. Proprio l’arciprete del Duomo lo ha per primo ringraziato della presenza, «senza insegne episcopali, in un giorno feriale, davanti a tanti di voi – ha aggiunto rivolgendosi ai fedeli – che rappresentano anche coloro che sono già tornati al lavoro dopo un periodo di vacanza. Siamo pronti dunque ad accompagnare il nostro arcivescovo durante tutta la giornata, con momenti di preghiera, anche nelle nostre case». Una fede ardente, dunque, come ha invocato Delpini nell’omelia. «C’è una religione delle tombe che imbianca i sepolcri, è disimpegnata e coltiva le apparenze – ha detto l’arcivescovo eletto, commentando il Vangelo (Mt 23, 27-32) – Gesù contesta questa religione. Perché guarda alla religione del fuoco, del roveto ardente, dell’apostolo che si consuma per essere coerente con la sua missione, che contagia chi incontra. È la religione che Paolo ci indica, contro quella delle tombe. Per questo sono venuto qui, per chiedervi di pregare perché possa vivere secondo la religione del roveto ardente, secondo lo Spirito di Dio».
La celebrazione si è conclusa con altre parole di saluto di monsignor Delpini: «Ora continuo il mio itinerario per visitare quasi tutte le vostre chiese e fermarmi a pregare davanti all’altare della Madonna. Inizio da qui, dalla Madonna dell’Aiuto, accompagnato dai sacerdoti. Viaggio senza scorta della Polizia, perché la sicurezza mi viene proprio dalla presenza dei preti, che mi circondano. Con loro voglio pregare e camminare nel mio ministero».