I funerali del cardinal Dionigi Tettamanzi, in 5mila nel Duomo di Milano

È pieno il Duomo di Milano per il funerale di Dionigi Tettamanzi, il cardinale che è stato arcivescovo della diocesi ambrosiana dal 2002 al 2011. Il commosso ricordo di Angelo Scola e Mario Delpini.
Il feretro in Duomo a Milano
Il feretro in Duomo a Milano

Un Duomo di Milano gremito ha dato l’ultimo saluto al cardinal Dionigi Tettamanzi, la cui salma è stata composta con la veste rossa cardinalizia e, secondo la secolare tradizione degli arcivescovi ambrosiani, con gli abiti liturgici pontificali di colore bianco. In cinquemila hanno fatto il loro ingresso nella cattedrale, mentre diverse centinaia di fedeli non sono riuscite ad entrare. L’amministratore apostolico della Diocesi ambrosiana, il cardinale Angelo Scola, che ha presieduto la messa con l’arcivescovo eletto di Milano Mario Delpini, ha parlato della grande eredità lasciata da Tettamanzi, spiegando che «la Chiesa ambrosiana saprà trovare modi e forme per mantenere viva l’eredità copiosa di questo padre e maestro». Nei banchi della prima fila, davanti all’altare maggiore, vicino al fratello di Tettamanzi, Antonio, la sorella Gianna, i nipoti e Marina Oggioni, l’assistente che è rimasta con lui per 28 anni. Più del previsto i sacerdoti che hanno voluto concelebrare il rito.


Trenta i vescovi e nove i cardinali presenti, tra cui il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del pontificio consiglio della cultura, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, il cardinale Gualtiero Bassetti, attuale presidente della Cei. Tantissimi (più di mille) i sacerdoti presenti, che Tettamanzi, arcivescovo con il cuore da parroco, ha conosciuto e visitato nella sua lunghissima attività pastorale. C’erano anche rappresentanti delle confessioni cristiane presenti a Milano e di altre fedi religiose. In Duomo il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, una quarantina di sindaci della diocesi di Milano, molti esponenti del mondo politico tra cui il ministro Maurizio Martina, l’ex premier Mario Monti, il presidente de consiglio regionale Raffaelle Cattaneo. In apertura delle celebrazioni Scola ha letto un messaggio di papa Bergoglio che ha definito Tettamanzi «tra i figli più illustri e fra i suoi pastori più amati e amabili nella sua feconda esistenza ha testimoniato fedelmente il Vangelo». In tantissimi, insomma, hanno voluto essere presenti per restituire l’affetto di cui il cardinal Dionigi è sempre stato generoso. Dal giorno della sua scomparsa, è stato un vero e proprio pellegrinaggio quello dei fedeli che, in migliaia, si sono recati alla camera ardente a Villa Sacro Cuore di Triuggio, dove è deceduto, quindi nel “suo” Duomo di Milano.


Nella sua omelia, il cardinale Angelo Scola ha detto: «Moltissimi tra noi – penso anche a me, alla nostra lunga collaborazione ed amicizia – hanno nel cuore fatti e momenti in cui han potuto godere dell’intensa umanità del Cardinale Dionigi. Ad essi ritorneremo quasi a preziose reliquie. Di essi parleremo agli adolescenti, ai giovani, a figli e nipoti per aiutarli a crescere. Colpiva in lui il permanente sorriso, espressione di una umanità contagiosa, riverbero della tenerezza di Gesù e di Maria Santissima verso tutti coloro che incontrava e con eccezionale pazienza salutava ad uno ad uno. Era inoltre profondamente competente nel campo delle scienze morali e bioetiche, come rivelano le numerose pubblicazioni e, in modo speciale, la collaborazione diretta con San Giovanni Paolo II, con Benedetto XVI e con Papa Francesco».


E «al popolo immenso di Dio che ha visitato la salma incessantemente in questi giorni come sospinto da un intimo bisogno di esprimere affetto e di pregare, a tutti i cardinali e vescovi che sono qui presenti, e ai molti che hanno fatto pervenire la loro partecipazione» si è rivolto, al termine delle esequie, l’arcivescovo eletto Mario Delpini, sottolineando «la presenza particolarmente significativa del cardinale Ruini con cui il cardinal Tettamanzi ha avuto una stretta collaborazione», esprimendo, quindi «la gratitudine del cardinale Scola e mia ai sindaci, alle autorità militari, civili, a tutti coloro che qui rappresentano la società civile, ai rappresentanti dell’ ebraismo e delle altre religioni che sono presenti o che in tanti altri modi hanno voluto esprimere la loro partecipazione a questo momento di Chiesa. Grazie a tutti, in verità forse c’è come una specie di sorpresa a sentirsi ringraziati per essere qui perché certo ciascuno è venuto per un motivo speciale, per ricordare un qualche aspetto della molteplice attività del cardinale Dionigi».


«Però ecco forse c’è una ragione più semplice e profonda. Quando io ho espresso la gratitudine alla signora Marina per tutto quello che ha fatto per il cardinale Dionigi è in particolare per questo ultimo periodo particolarmente faticoso, la signora Marina mi ha detto: “Ma cosa vuole cos’altro potevo fare. Io gli volevo bene”. Ecco mi pare che la ragione che ci accomuna tutti in questo tributo di preghiera e di affetto sia questa: è stato facile voler bene al cardinale. È stato il suo temperamento, il suo modo di fare, la sua saggezza, il suo sorriso, la sua prossimità alla gente comune, la sua capacità di stare con le autorità, ecco, comunque, c’era qualcosa in lui che ha reso facile volergli bene. Se posso permettermi, credo che ci venga ancora un’ultima raccomandazione dal cardinale Dionigi e vorrei farmene voce: “Cercate di fare in modo che sia facile volervi bene”».


La sepoltura

Il cardinale Dionigi è stato sepolto in Duomo, ai piedi dell’altare della Virgo potens, dove è presente anche l’urna del Beato Cardinale Schuster e del suo predecessore cardinale Giovanni Colombo. Alla sepoltura, in forma rigorosamente privata, erano presenti il cardinale Scola, che ha guidato la preghiera, l’arcivescovo Mario Delpini, i suoi familiari e i più stretti collaboratori.