«La mia squadra del cuore? E’ sempre stata il Monza». Così Adriano Galliani l’amministratore delegato del Milan intervistato dal Corsera alla vigilia della sfida al vertice con la Juventus. Squadra della quale Galliani è stato tifoso, ma per poco: «Una passione finita da ragazzino». Ora si sente milanese e milanista: «Vivo a Milano da 28 anni» ma non ha mai dimenticato Monza, la sua città di origine. E spiega così la sua iniziale passione per i colori bianconeri: «I monzesi non si sentono milanesi quindi in molti per contrapposizione tifano Juve. È un fatto che trae origine dalla storia». E prosegue: «Monza è l’unica città della diocesi di Milano che segue il rito romano e non ambrosiano. È stata capitale dei longobardi, ha ospitato il re, era democristiana quando la periferia di Milano era rossa, insomma ha sempre difeso un’identità non milanese». Una domanda cade sui rapporti con Clarence Seedorf, ex proprietario del Monza, e sostituito anzitempo sulla panchina del Milan da Pippo Inzaghi: «Finirete in tribunale?» chiede l’intervistatrice. «Ad oggi – risponde l’ad del Milan – Seedorf non ha fatto alcuna richiesta danni».
Galliani, e la parentesi bianconera «Ma il Monza squadra del cuore»
«La mia squadra del cuore? E’ sempre stata il Monza». Così Adriano Galliani l’amministratore delegato del Milan intervistato dal Corsera alla vigilia della sfida al vertice con la Juventus. Squadra della quale Galliani è stato tifoso, ma per poco: «Una passione finita da ragazzino». «Vivo a Milano da 28 anni» ma non ha mai dimenticato Monza, la sua città di origine.