Alice Brignoli, 39 anni, destinataria di un’ordinanza di custodia cautelare perché accusata di svolgere, insieme al marito, «opera di radicalizzazione/addestramento nei confronti dei figli minori», si sarebbe anche messa in contatto con la madre, Fabienne Schirru, casa ad Inverigo ma attività a Carate, «cercando in modo insistente di convincerla a convertirsi all’Islam ed a raggiungerla nei territori dell’Is».
Lo scrive il giudice delle indagini preliminari di Milano Manuela Cannavale nell’ordinanza di custodia cautelare legata all’operazione antiterrorismo che giovedì ha portato all’arresto di quattro persone. Al centro olistico gestito da Schirru, al piano terra della palazzina di via Cesare Battisti non lontana dal municipio, non c’è nessuno. Il campanello suona a vuoto. Nel via vai frettoloso dei condomini, c’è chi assicura di non vedere la donna da tempo.
Un mese fa, Fabienne Schirru aveva fatto appello per riabbracciare la figlia Alice, partita a febbraio dell’anno prima per la Siria, nei territori controllati dallo Stato Islamico, con il marito e i loro tre piccolissimi figli. Nella foto diffusa in questi giorni, dopo l’operazione congiunta di Ros e Digos, i tre bimbi sono in tuta mimetica e puntano il dito al cielo. È l’immagine che Alice, che dal 2009, dopo essersi convertita all’islam, si fa chiamare Aisha, ha scelto per il suo profilo Whatsapp. Da più di un anno nonna Fabienne non ha più notizie di figlia e nipotini.