È rimasto impietrito davanti agli interventi messi nero su bianco dalla Regione che, nella seduta di giunta del 30 novembre scorso, ha deciso di stanziare 67 milioni di euro per risolvere il “nodo Seveso” ammodernando il servizio ferroviario, raddoppiando i binari della Seveso-Meda e della Seveso-Camnago e prevedendo un sottopasso con relativa bretella in via Como a Cesano e un altro in via Corridoni a Seveso. Così, Mario Mornata, 60 anni, residente a Cesano Maderno, un colorificio in via Friuli, dopo la commissione capigruppo dell’11 gennaio in cui il sindaco, Paolo Butti ha affermato di voler sostenere la delibera regionale, ha deciso d’intraprendere dalla mezzanotte di domani uno sciopero della fame.
Scopo, sostenere la mozione della lista “Sevesoviva” che chiede di dirottare quei famigerati 67 milioni di euro sull’interramento della linea ferroviaria a Seveso “per evitare che la città, oggi alle prese con 6 passaggi a livello, muoia per sempre”. «Sono nato a Seveso, ho corso con la lista “Sevesoviva” alle ultime due tornate elettorali e ho scelto fin da subito d’entrare nel Comitato per l’interramento» spiega Mornata senza nascondere che «il mio digiuno di “dialogo non violento”, poiché mi alimenterò solo con 300 calorie di cibo liquido al giorno, è rivolto ai consiglieri sevesini di maggioranza e opposizione affinché prendano una decisione consapevole. E voglio che il loro voto lo sappiano motivare – scandisce – perché rappresentano tutti i cittadini.
Molte loro posizioni, infatti, non mi sono chiare. Come può, ad esempio, la consigliera del Pd, Nadia Pogliani che ha militato in Sevesoviva, nata proprio per sostenere l’interramento, votare ora per i sottopassi? E per di più in centro Seveso dove non si faranno sulla Nazionale dei Giovi, come a Cesano, ma in vie strette?». Del resto, «sappiamo tutti che alla politica non costerebbe nulla fare un ultimo tentativo e sostenere la mozione – continua Mornata – Sarà poi la Regione a prendersi la responsabilità, non più reversibile, di distruggere Seveso con i sottopassi. La maggioranza potrebbe anche fare un referendum consultivo – sottolinea con fervore – e chiedere ai sevesini se vogliono l’interramento o i raddoppi ferroviari in superficie e i sottopassi. Il Comune l’ha fatto per la casetta dell’acqua, perché per la ferrovia, tema assai più importante, i cittadini vengono ignorati?».
Insomma, «sappiamo che col progetto redatto da Ferrovienord nel 2009 il servizio ferroviario non verrà interrotto e per i pendolari ci saranno solo alcuni disagi – puntualizza – Al contrario, se non s’interrerà, i disagi per i sevesini saranno ben maggiori e nulla potrà porvi rimedio. Votare per i sottopassi nel 40° anniversario del disastro Icmesa a Seveso, città simbolo del riscatto ambientale, equivale a dare alla città uno schiaffo che solo politici codardi e privi di senso civico possono permettersi di elargirle».