È inutile parlare di efficientamento energetico, potenziamento del trasporto pubblico, innovazione dei mezzi e blocco delle auto se si tagliano i fondi per pullman e treni utilizzati da studenti e pendolari. È quanto scrive il presidente della Provincia Gigi Ponti ai ministri delle Infrastrutture Graziano Delrio e dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
Nella lettera spedita mercoledì 30 dicembre, batte cassa al Governo che, a causa di altre riduzioni ai trasferimenti, costringerà gli enti intermedi a ridimensionare ulteriormente il trasporto locale.
La richiesta del presidente brianzolo è esplicita: in via Grigna servono 1.800.000 euro per mantenere il servizio attuale. In caso contrario, nonostante il contributo straordinario della Regione, nel 2016 rischiano di essere soppresse 228 corse al giorno che lascerebbero a piedi 7.000 passeggeri con inevitabili ripercussioni sul traffico e sull’inquinamento
«La pessima qualità dell’aria di questi giorni riporta all’attenzione il valore imprescindibile del Servizio di trasporto pubblico – dice Ponti – Ancora una volta risulta evidente quanto, di fronte alle reali esigenze dei nostri cittadini, il servizio bus si riveli inadeguato a rappresentare una valida alternativa all’utilizzo dell’auto privata, con le conseguenze ambientali che purtroppo tutti conosciamo.Sottolineo che in Brianza, come in altre Province Lombarde, mancano i soldi per assicurare il servizio che già c’è e che é stato garantito dalle Province negli scorsi anni».
Sul finire della scorsa settimana i sindaci erano rimasti senza parole di fronte ai pesantissimi tagli al trasporto pubblico illustrati dallo stesso presidente Ponti. I pullman non saranno soppressi dal primo gennaio perché i sindaci, pur con molte perplessità, hanno deciso di rinviare ogni manovra al secondo semestre del 2016 per consentire agli alunni di terminare la stagione scolastica.
Gli amministratori, pur con scarsa fiducia, sperano che entro giugno dal Governo o dalla Regione arrivino nuove risorse: in caso contrario negli ultimi sei mesi dell’anno la riduzione del servizio raddoppierà rispetto a quella che avrebbe potuto essere spalmata sui dodici mesi. I primi cittadini hanno, almeno per ora, escluso la possibilità di finanziare gli autobus autonomamente, in base al numero di abitanti, a causa della sofferenza dei loro bilanci.
La situazione appare più tranquilla a Monza e a Brugherio, Muggiò e Villasanta collegate dalle linee urbane del capoluogo ma l’assessore Paolo Confalonieri ha anticipato che le tratte dovranno essere riorganizzate in base alla loro importanza e la frequenza sfoltita. «Non possiamo – ha commentato il desiano Roberto Corti – vivere alla giornata, serve una visione strategica di almeno cinque anni».
Il servizio, ha proposto, potrebbe essere assicurato per i poli scolastici mentre altre destinazioni potrebbero essere raggiunte da piccoli mezzi a chiamata. «Non è possibile – ha incalzato la Monguzzi – non garantire il trasporto pubblico: dobbiamo essere creativi e trovare una soluzione» che, per ora, sembra lontana.
«L’unico che può mettere i fondi – ha precisato Ponti – è il Governo e deve fare la scelta di confermare i servizi essenziali. Le risorse della Provincia sono legate all’imposta di trascrizione e all’Rc auto ma nel 2016 Roma si prenderà il 90% delle nostre entrate». Alle aree vaste non resta quindi che avviare «un’azione politica per difendere i loro interessi» che, in termini meno diplomatici, significa una dura protesta nei confronti dell’esecutivo Renzi.