Il Pm10 vola, la Città metropolitana ferma i diesel Euro 3 (fino a Senago) e l’Anci Lombardia torna a chiedere alla Regione misure coordinate per affrontare l’emergenza. In attesa del tavolo nazionale in programma martedì 2 febbraio a Roma.
«Di fronte alla grave emergenza che da una decina di giorni fa registrare alti livelli di smog nelle principali aree urbane lombarde, discutere sul fatto che interventi spot siano risolutivi o meno è dimenticare che è in atto un’emergenza che mette a rischio la salute dei cittadini. Nell’attesa che gli interventi strutturali migliorino la situazione, come è successo negli ultimi dieci anni, non possiamo far finta di nulla o andare in ordine sparso», ha detto il sindaco di Monza Roberto Scanagatti, presidente di Anci, al Tavolo aria indetto da Regione Lombardia con rappresentanti dei Comuni, associazioni e i tecnici della Regione.
A Monza lo stop scatta mercoledì 3 febbraio: divieto di circolazione dei veicoli euro 3 diesel senza filtro anti particolato (Fap) previsto dall’ordinanza comunale per contenere l’inquinamento da Pm10 (polveri sottili).
Il divieto di circolazione sarà dalle 8.30 alle 18 per il trasporto di persone e dalle 10 alle 18 per le merci, escluso i giorni festivi. Il provvedimento impone anche la riduzione di un grado della temperatura negli edifici pubblici e privati e il divieto di tenere aperte le porte degli esercizi commerciali. L’ordinanza rimarrà in vigore fino al rientro dei valori delle polveri sottili nei limiti di legge. Le stesse modalità già adottate in occasione dell’emergenza di dicembre.
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Intanto il Pm10 vola. Dopo i livelli record di sabato 30 gennaio, le centraline in Brianza hanno fatto registrare medie ben oltre i limiti (di 50 mg) anche nella giornata di domenica: 101 microgrammi per metro cubo a Monza-via Machiavelli, 73 a Monza-Parco, 71 a Meda, 113 a Vimercate.
«Se è vero che l’inquinamento da Pm10 è prodotto in parte dal riscaldamento e in parte dal traffico, per altri agenti inquinanti la responsabilità dei livelli fuorilegge è quasi esclusivamente attribuibile alla circolazione veicolare. Occorre quindi, nei casi di emergenza, prendere provvedimenti che consentano ai comuni interessati di agire insieme, e non a macchia di leopardo, anche per non disorientare i cittadini. E per questo è indispensabile il ruolo di regia di Regione Lombardia, che può fare affidamento sulla legge regionale del 2006. Scriveremo ai consiglieri regionali, per chiedere che su questo tema, condividano e sostengano la posizione dei sindaci», ha continuato Scanagatti.
«Come associazione dei sindaci – aggiunge il presidente di Anci – ci assumiamo l’onere di chiedere ai Comuni delle aree più inquinate di far scattare ordinanze che vietino la circolazione degli euro 3 diesel, l’abbassamento di un grado della temperatura degli edifici, il divieto di lasciare aperte le porte degli esercizi commerciali e di bruciare legna in camini aperti dopo 10 giorni di superamento consecutivo dei limiti di legge: di fronte alle previsioni meteo è quindi auspicabile che i provvedimenti vengano adottati tra lunedì e martedì».
Al tavolo nazionale convocato per martedì a Roma, Anci rinnoverà al ministro dell’Ambiente Galletti «la richiesta di individuare al più presto anche a livello governativo protocolli e norme che aiutino i territori ad affrontare l’emergenza, oltre a sostenere interventi strutturali».