Hillary Clinton o Donald Trump. In rigoroso ordine alfabetico. È l’8 novembre 2016, il grande giorno delle elezioni americane: gli Stati Uniti eleggono il nuovo presidente dopo otto anni di Barack Obama – e Michelle – (votato nel 2008 e rieletto nel 2012) e dopo quasi due anni di campagna elettorale che negli ultimi mesi non ha risparmiato colpi bassi, accuse reciproche e indagini federali.
La Democratica Clinton prima donna presidente a stelle e strisce? Trump per i Repubblicani? In Italia si saprà nella mattina di mercoledì, dopo che tutti i seggi a tutti i fusi orari avranno emesso il loro verdetto. Particolare attenzione sugli “swing state”, gli stati chiave, quelli che – si dice – sono fondamentali per la vittoria finale: l’Ohio (già decisivo in passato) e North Carolina, per esempio. E la Florida, ad alto tasso di Over 65 e elettori ispanici, che portò al riconteggio del 2000 nelle elezioni vinte da George W. Bush su Al Gore.
Nel suo piccolissimo anche Monza darà un contributo: sono 56 gli statunitensi residenti a Monza, 25 uomini e 31 donne. Sono invece 63 i cittadini nordamericani (statunitensi e canadesi) in città secondo i dati pubblicati sullo studio statistico dedicato alla popolazione straniera, curato dall’Ufficio statistiche del Comune. E sono la comunità di stranieri residenti a Monza che meno di tutte è cresciuta negli ultimi dodici anni.
Nel 2001 i residenti a stelle e strisce (la percentuale di canadesi è ancora più esigua) erano 55, saliti poi a 61 tre anni più tardi fino ai 63 dell’anno passato. In mezzo anni di calo costante della presenza di cittadini americani residenti in città: 57 nel 2006, 54 nel 2007, 47 nel 2010, per poi risalire ai 56 del 2012 e ai 50 registrati nel 2013 e 2014. Nella maggior parte dei casi si tratta di uomini d’affari, manager in trasferta spesso con la famiglia, che risiedono qualche anno fuori dal loro Paese d’origine.
La media dell’incremento dei cittadini nordamericani dal 2003 al 2015 è stato del 4,86%, contro 8,20% di persone provenienti invece dall’Europa, il 7,29% dall’Africa e il 9,46% dall’Asia.
Altalenante anche l’andamento dei monzesi che decidono di trasferirsi negli Stati Uniti, spesso per motivi di studio o di lavoro. Lo scorso anno sono stati 28 i concittadini che hanno attraversato l’Atlantico per ricominciare negli States, 22 nel 2014 e ben 33 nel 2013. Il boom di partenze si è registrato però nel 2012 quando i monzesi che sono partiti per gli Stati Uniti sono stati 40, quattro volte di più rispetto all’anno precedente.
Una curiosità: ma perché negli Stati Uniti si vota di martedì e a novembre? Il motivo risale a una decisione del 1845: il Congresso stabilì che le elezioni si sarebbero tenute ogni quattro anni nel primo martedì di novembre. Ma questo rischiava di non coincidere con una precedente legge (del 1792) che prevedeva il voto “nei 34 giorni precedenti alla riunione del collegio elettorale”. Quindi venne deciso di fissare il giorno del voto “ogni quattro anni, il martedì successivo al primo lunedì di novembre”. La scelta del mese autunnale invece è da far risalire alle origini rurali del Paese e alla decisione di votare dopo l’ultimo raccolto e prima che il freddo potesse impedire gli spostamenti. La spiegazione completa sul Washington Post (vai).