Legambiente boccia Monza per l’ecosistema urbano. È stato presentato a Torino il rapporto sull’Ecosistema urbano realizzato, come ogni anno, dall’associazione in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore e i risultati non sono incoraggianti: l’edizione numero 21 piazza Monza all’85esimo posto su 104 capoluoghi di Provincia (o ex tali) con dieci punti di distanza dalla media nazionale.
Il podio delle città sostenibili vede in testa Verbania, Belluno e Bolzano, città che su un punteggio massimo del 100 percento raccolgono rispettivamente 85,61 percento dei risultati positivi, 74,49 e 70,65, mentre Monza si attesa al 39,16 percento, sotto la media italiana del 49,31. A determinare i risultati sono una serie di fattori ambientali: «Sono 18 gli indicatori selezionati per confrontare tra loro i 104 capoluoghi di provincia italiani – scrive Legambiente – Tre indici sulla qualità dell’aria (concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono), tre sulla gestione delle acque (consumi, dispersione della rete e depurazione), due sui rifiuti (produzione e raccolta differenziata), due sul trasporto pubblico (il primo sull’offerta, il secondo sull’uso che ne fa la popolazione), cinque sulla mobilità (tasso di motorizzazione auto e moto, modale share, indice di ciclabilità e isole pedonali), uno sull’incidentalità stradale, due sull’energia (consumi e diffusione rinnovabili). Quattro indicatori su diciotto selezionati per la classifica finale (tasso di motorizzazione auto, tasso di motorizzazione moto, incidenti stradali e consumi energetici domestici) utilizzano dati pubblicati da Istat».
Va molto meglio di Monza la stessa Milano, che si attesa anche se di poco sopra la media nazionale al 62esimo posto, mentre Lecco, Sondrio se la cavano ai posti numero 27 e 29, mentre Como sta meglio di poco al 78esimo posto in classifica e Bergamo se la cava nella parte alta del ranking alla posizione 37.
Trai record negativi di Monza la qualità dell’aria, un primato italiano che spartisce con Alessandria sul fronte delle polveri sottili e sul modal share, cioè la percentuale di spostamenti in moto e in auto. Bene invece sul fronte delle basse perdite della rete idrica e sulla depurazione.
«Non mancano i segnali di cambiamento: il successo della raccolta differenziata a Milano e Andria, il car-sharing a Roma e Milano, le pedonalizzazioni a Bologna, la mobilità a Bolzano»dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza: «Pochi segnali positivi in una situazione bloccata. Eppure la discussione nel paese sta ripartendo, complice il dibattito sui fondi strutturali e le questioni aperte dalla istituzione delle città metropolitane. Al suo ventunesimo anno, Ecosistema Urbano ripete con evidenza che c’è bisogno di una strategia positiva di trasformazione delle città. Quello che davvero manca è la capacità di immaginare il traguardo, il punto d’arrivo verso cui tendere, sia nel breve che nel lungo o lunghissimo periodo».