Un disegno di legge al Senato per tutelare il diritto di cronaca dalle querele temerarie utilizzate per intimidire i giornalisti e indurli al silenzio. Lo ha presentato la senatrice desiana Lucrezia Ricchiuti e ne parlerà lunedì 30 gennaio nella Sala Talamoni della redazione del Cittadino, in via Longhi 3. Presente anche Franco Abruzzo, presidente emerito dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia di cui è tuttora consigliere. L’appuntamento è per le 17, l’ingresso è libero.
La senatrice brianzola, già vicesindaco di Desio, è membro della Commissione parlamentare antimafia e sa che strumenti come le querele possono essere utilizzati per evitare che notizie scomode possano diffondersi, minando la libertà di stampa.
“A fronte del diritto di cronaca e del correlativo diritto a essere informati, entrambi essenziali per una società democratica e riconosciuti dalla nostra consolidata giurisprudenza, sta una ritrosia e un’ostilità delle persone cui la cronaca si riferisce, le quali spesso reagiscono con azioni giudiziarie tanto pretestuose quanto minacciose”, si legge nel disegno di legge.
Ricchiuti prende ad esempio il caso della nota giornalista di inchiesta Milena Gabanelli, ideatrice della trasmissione Report, la cui attività è stata più volte contrastata con azioni giudiziarie penali (querele) e civili (richieste risarcitorie) “sproporzionate ed esplicitamente intimidatorie”.
La recente relazione della Commissione d’inchiesta sulle intimidazioni ai giornalisti del deputato Claudio Fava ha definitivamente chiarito come delle querele si servono anche le organizzazioni criminali per minacciare “legalmente” i giornalisti che indagano sui traffici illeciti delle cosche.
«A tutto questo – continua la senatrice Ricchiuti – si aggiunga che molto di frequente i giornalisti d’inchiesta sono giovani senza contratto a tempo indeterminato, che vengono pagati a pezzo e che vivono da anni nel precariato e nell’incertezza. Spaventare queste persone è purtroppo assai agevole. Meno frequenti ma ugualmente non pochi i luminosi casi di quanti hanno resistito». Tra questi Lirio Abbate, Giovanni Tizian, Agostino Pantano, Ester Càstano.
La proposta di legge “è volta a recepire in questo campo il principio per cui un’azione giudiziaria palesemente in contrasto con il diritto vivente, vale a dire con i principi di diritto consolidati nelle giurisdizioni superiori, è inammissibile e – nel nostro caso – illecita”.