E alla fine non pagherà nessuno. Anche Legambiente prende posizione sulla sentenza del tribunale di Monza per il disastro del Lambro del 2010, gli idrocarburi sversati nel fiume dai serbatoi della Lombarda petroli.
I giudici hanno condannato in primo grado a cinque anni il custode dell’azienda, colpevole per il tribunale di disastro colposo. Unico condannato per questo aspetto della vicenda. «In attesa di leggere le motivazioni della sentenza possiamo dire di essere soddisfatti a metà – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – bene che si sia individuato un responsabile di uno dei più gravi disastri ambientali che hanno colpito la Lombardia negli ultimi decenni».
Bene, sì, ma con un grosso però. «Da questa vicenda appare chiaro quanto i territori e i cittadini siano ancora indifesi di fronte alla pericolosità che molte aziende rappresentano per il nostro ambiente. Il rischio, infatti, è che alla fine a rimetterci sia stato solo il fiume e l’ambiente, perché siamo molto dubbiosi che si potrà provvedere ad un vero risarcimento per tutti i danni causati dalle tante tonnellate di idrocarburi che sono fuoriusciti dalle cisterne della Lombarda Petroli».
Al momento, per quanto se ne sa, il processo non ha di fatto individuato mandanti e movente dello sversamento, considerato uno dei più importanti atti di inquinamento d’Italia.