I trentaquattro dipendenti della Csm, cooperativa sociale Monzese, una delle aziende della “zarina delle dentiere” Maria Paola Canegrati, che lavorano al San Gerardo, da febbraio non percepiscono lo stipendio. Dopo che la Canegrati, amministratore unico della cooperativa, ha rassegnato le dimissioni non c’è più nessuno che ha la facoltà di firmare i salari.
Una situazione molto delicata: i lavoratori della cooperativa svolgono l’importante compito di trasportare i degenti da un reparto a un ambulatorio per sottoporsi a qualche esame diagnostico sempre all’interno del nosocomio di via Pergolesi.
Trentaquattro lavoratori il cui futuro è sempre più nebuloso ma che in queste settimane hanno continuato, comunque, a svolgere il loro lavoro in corsia.
«È una situazione molto complessa – ha commentato Walter Palvarini, segretario generale della Funzione pubblica della Cgil che sta seguendo la vicenda – La nostra priorità è salvaguardare l’occupazione e garantire la retribuzione di tutti i lavoratori».
La situazione è molto delicata ma al tempo stesso molto semplice: c’è una cooperativa che ad oggi è formata esclusivamente da lavoratori che attendono il loro stipendio che, però, non viene saldato poiché manca una persona autorizzata a farlo dopo che l’amministratore unico il mese scorso si è dimesso dal suo incarico.
«L’ultima retribuzione è quella ricevuta il 10 febbraio – precisa Palvarini – Da allora, dopo le dimissioni di Paola Canegrati, i lavoratori non hanno più ricevuto lo stipendio».
Nel frattempo l’ospedale aveva già indetto, a settembre 2015, un bando per il rinnovo del servizio, che però è stato prorogato fino all’assegnazione alla nuova azienda appaltatrice.
«La gara non è stata ancora chiusa – precisa Matteo Stocco, direttore generale del San Gerardo – I tempi non sono brevi e la nuova società non entrerà in servizio prima di giugno. Comunque, come è prassi, nel bando è stata inserita anche la clausola che impone all’ente che si aggiudica la gara di riassorbire i dipendenti».
In altri termini i lavoratori della Csm, qualora alla cooperativa non dovesse essere rinnovato l’appalto al San Gerardo, verrebbero comunque integrati dalla nuova azienda. Il problema, però, resta quello degli stipendi.
«Stiamo valutando la soluzione migliore – conclude Palvarini – è da anni che come Cgil ci battiamo contro queste forme aziendali dove la figura del socio lavoratore nella maggior parte dei casi è vera come lavoratore e fittizia come socio».
Fino al “patatrac”, agli archivi della camera di commercio la Canegrati risultava avere 32 posizioni come amministratore, quote di partecipazione e incarichi in società poi cancellate. Nelle carte dell’inchiesta “Dentopoli”, a fare la parte del leone sono soprattutto la Odontoquality Holding, costituita nel novembre del 2014, Elledent srl e Servicedent srl, queste ultime due rientranti nel gruppo Implanta spa di viale Gian Battista Stucchi a Monza. La spa conta attualmente su 60 Centri odontoiatrici in Italia e due in Svizzera. Servicedent ha chiuso il 2014 con ricavi per 27 milioni e 311 mila euro, 6 milioni e 937 mila euro per Elledent. Complessivamente, al 31 dicembre 2015, il sito di Implanta spa riporta questi numeri: 55 milioni di euro di fatturato (service), 10 milioni di euro di fatturato (laboratorio in house), oltre 300 postazioni operative, oltre 1300 professionisti e operatori coinvolti, 200.000 pazienti trattati.
I vari esercizi, invece, secondo gli ultimi bilanci depositati hanno tutti chiuso con utili o perdite di modeste dimensioni. La Canegrati svolgeva un ruolo da amministratore o liquidatore in Elledent srl, Pangea coop sociale, Servicedent srl, Csm coop sociale monzese, Dental Salvini srl, Immobiliare Chicco srl, Dmc Dental srl, Elle-Wi srl, Odontogea srl, Salus services srl, Sirio dental service srl, Odontoquality Holding e Sytenter srl. E poi quote di partecipazione in “ Il cortile dei sapori srl” (11%) (immobiliare), Mhm holding (5%)(holding), e appunto Implanta spa (0,72%). Si è invece dimessa dal ruolo di amministratrice della Csm coop sociale monzese (ricavi per 2 milioni e 470 mila euro). Sedici le società cancellate dal 2007 (o perchè incorporate in altre o perché trasferite in altri comuni).