Delitto Molteni: un 55enne di Cesano coinvolto nel delitto dell’architetto

Finora era considerato autore di alcuni atti intimidatori nei confronti di Alfio Molteni, l’architetto 58enne originario di Verano Brianza ucciso a ottobre del 2015 a Carugo, nel Comasco, e per questo a luglio dell’anno scorso era già finito in carcere con l’accusa di atti persecutori. Invece, il cesanese Giuseppe De Martino, dopo ulteriori indagini, sarebbe risultato direttamente coinvolto nell’omicidio del professionista.
Giuseppe De Martino, 55 anni, al centro della foto insieme ad altri due arrestati nel luglio del 2016
Giuseppe De Martino, 55 anni, al centro della foto insieme ad altri due arrestati nel luglio del 2016

Finora era considerato autore di alcuni atti intimidatori nei confronti di Alfio Molteni, l’architetto 58enne originario di Verano Brianza ucciso a ottobre del 2015 a Carugo, nel Comasco, e per questo a luglio dell’anno scorso era già finito in carcere con l’accusa di atti persecutori.

Invece, il cesanese Giuseppe De Martino, dopo ulteriori indagini da parte dei carabinieri di Como e di quelli del Reparto crimini violenti del Ros, sarebbe risultato direttamente coinvolto nell’omicidio del professionista: in particolare avrebbe effettuato dei pedinamenti e, la sera del delitto, avrebbe accompagnato a bordo della sua auto uno dei killer, Vincenzo Scovazzo, ricevendo un compenso di mille euro.


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I reati contestati a De Martino, 55 anni, originario di Caltagirone, colpito mercoledì da un’ulteriore ordinanza di custodia in carcere, sono omicidio aggravato e detenzione illegale e porto in luogo pubblico di pistola.

L’arresto segue quelli (marzo 2016) di Michele Crisopulli (di Cesano), il primo killer, di Luigi Rugolo, guardia giurata, e Vincenzo Scovazzo, entrambi di Seveso (oltre che di De Martino) fino al clamoroso epilogo di ottobre con quelli dell’ex moglie della vittima, Daniela Rho, 45 anni, e del suo amante, un commercialista di Inverigo, Alberto Brivio, 49, nato a Seregno, considerati i mandanti del delitto. Il movente va ricondotto alla tormentata separazione in particolare in relazione ai contrasti sull’affidamento delle figlie. Con quest’ultimo provvedimento la Procura ritiene di aver individuato tutti gli esecutori materiali del delitto Molteni.