Più di trecento morti nel canale di Sicilia. Altri 300, dopo la strage del 2013 a Lampedusa; migranti morti annegati, morti di freddo o dispersi per il ribaltamento di quei quattro gommoni su cui erano partiti da Tripoli. Il bilancio dell’ultima tragedia del mare non è ancora definitivo, ricorda tante storie che spesso cambiano solo nel numero delle persone coinvolte. E chi arriva a sbarcare?
Il traffico di esseri umani può avere come scenario anche la centralissima via Zucchi di Monza. Era lì, a due passi dal duomo, la base logistica di una organizzazione internazionale dedita al traffico di clandestini dall’Africa al Nord Europa.
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Il via all’indagine lo aveva dato un controllo della polizia in centro. In una macchina c’erano un cittadino brasiliano, che trasportava quattro immigrati eritrei. Da quel momento, si è arrivati alla vasta operazione condotta mercoledì dalla polizia nei confronti di una rete criminale internazionale, che ha favorito l’immigrazione di clandestini provenienti dal paese del Corno d’Africa.
Un banda che poteva contare anche su una base logistica ‘monzese’, un appartamento di via Zucchi, dove i migranti in transito venivano ospitati nelle loro trasferte dai centri di prima accoglienza alle mete finali, soprattutto i paesi del Nord Europa.
Diciassette in tutto gli episodi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ricostruiti dagli investigatori della Squadra Mobile di Milano, e riportati nell’ordinanza restrittiva firmata dal gip Alfredo De Lillo, su richiesta del pm Stefania Di Tullio.
Mercoledì mattina, all’alba, gli agenti della squadra mobile hanno dato esecuzione al provvedimento restrittivo in tutta Italia, nei confronti di 25 persone, in prevalenza di origine eritrea.
Secondo le accuse, questi soggetti, in cambio di denaro hanno organizzato viaggi di clandestini dai luoghi di sbarco, in Sicilia ed in Calabria, fino a Milano e da qui verso il nord Europa. L’organizzazione, oltre che a Milano e a Monza, aveva ramificazioni proprio nelle regioni meridionali, dove sorgono i centri di prima accoglienza per i profughi in viaggio verso l’Europa. Gli stranieri, venivano indirizzati verso Germania, Norvegia e Svezia.
Il viaggio verso il Nord Europa poteva costare dai 200-500 euro via terra, a bordo di autobus o camion, fino ai 1.300 euro del viaggio aereo, per il quale i criminali fornivano ai migranti documenti falsificati con visto Schengen, provenienti dalla Grecia.
Nell’attesa di organizzare questi ulteriori viaggi della speranza, i profughi venivano fatti soggiornare a Milano o in Brianza, in particolare nell’appartamento individuato dagli inquirenti in via Zucchi, dove magari soggiornavano anche per lunghi periodi. È proprio lì che il brasiliano interrogato dagli agenti della Mobile stava portando gli eritrei.
Alcuni degli indagati sono stati localizzati e catturati all’estero grazie ad un’efficace cooperazione internazionale di Polizia, hanno fatto sapere dalla Questura di Milano. Nei prossimi giorni, sono previsti gli interrogatori di garanzia davanti al gip De Lillo.