La Giunta comunale di Desio ha deciso di procedere nei confronti dell’ex dirigente del settore tecnico del Comune, Rosario Perri, ex assessore provinciale in quota Pdl-Forza Italia e ha avviato una causa civile per chiedere un risarcimento di 7 milioni di euro a fronte di un presunto danno economico e di immagine seguito all’acquisizione all’amministrazione comunale, nel 2007, di un immobile, ora sede del Consorzio Desio Brianza, ricevuto dalla Società Polo Tecnologico in cambio del permesso per costruire la torre di 22 piani rimasta incompiuta. Un edificio soggetto ad ipoteca, cosa che sarebbe stata nota all’ex dirigente Perri ma non al Comune.
«È accertato – dice il sindaco – che come dirigente comunale nel 2007 il signor Perri ha cambiato l’atto emesso dal Consiglio Comunale. Ha compiuto un abuso d’ufficio. Ha accettato in garanzia (dalla Società Polo Tecnologico ndr) la promessa di una fidejussione attraverso un assegno del valore dodici volte inferiore a tale cifra. Ha deciso lui che la cosa andava bene, senza passare di nuovo dal Consiglio Comunale, per avere l’avallo. Se non avesse firmato la convenzione, modificando l’atto, l’operazione torre non si sarebbe fatta. La torre non ci sarebbe stata».
La Cassazione ha annullato i reati penali a suo tempo contestati nei confronti di Perri perché nel frattempo sono andati in prescrizione essendo trascorsi i termini dei sette anni e sei mesi dalla denuncia. Nella sentenza rilasciata lo scorso ottobre, la Corte Suprema aveva peraltro confermato la “sussistenza del danno patrimoniale cagionato al Comune”.
«La Corte dice che il reato c’è – aggiunge Roberto Corti -. Sull’edifico grava ancora l’ipoteca. Se avessimo la necessità di vendere, chi lo comprerebbe?» . Perri era stato condannato in primo grado ad un anno di reclusione per abuso d’ufficio e poi secondo grado la pena era stata dimezzata a 6 mesi e al risarcimento immediato di una provvisionale 30 mila euro al comune. La Cassazione ha poi annullato i reati penali per prescrizione.
La Suprema Corte, pur rilevando la prescrizione, ha comunque ritenuto di confermare le imputazioni al fine della causa civile, sia per il danno patrimoniale, sia per il danno non patrimoniale, ovvero il danno di immagine recato all’Amministrazione.