«Sei mai salito sulla corsa del sabato sera, alle 23? Bisogna provare per capire che cosa succede nei pochi chilometri che scorrono da un capolinea all’altro. E un casino».
Chi parla è un autista della Net, la Nord est trasporti, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico su gomma nella zona est della Brianza. Serve praticamente tutto il Vimercatese, collegandolo con il capoluogo. Qui gli autobus di notte, soprattutto nel fine settimana, diventano terra di nessuno. Si trasformano in autobus della paura. «Perché quando hai a che fare con cinquanta o sessanta ragazzi ubriachi che sfasciano tutto ti tremano anche le mutande e speri che arrivi presto il capolinea per tornare a casa».
La partenza
Ore 23, piazza Castello, terminal degli autobus alle spalle della stazione di Monza. A quell’ora parte l’ultima corsa per Vimercate e Trezzo. La linea è la Z321- «Salgano una sessantina di ragazzi, tutti insieme – racconta l’autista, che ha chiesto di mantenere l’anonimato per motivi di sicurezza -. In mezzo a loro ce ne sono una decina che sono i capi. Hanno un’età compresa tra i 16 e i 21 anni. Tornano a casa dopo lo sballo del fine settimana, sono fumati e spessissimo ubriachi. L’ultima volta che mi è toccato fare quella corsa una ragazza ha vomitato proprio davanti alla porta d’ingresso. Ho dovuto fare tutto il tragitto con la puzza di vomito nella vettura, impossibile fermarsi». Il gruppo diventa branco sotto l’effetto di fumo e alcol, i leader iniziano a vandalizzare tutto, terrorizzando i pochi passeggeri che sono costretti a salire su quella corsa, su quella linea.
«Se gli dici qualcosa, se minacci di chiamare i carabinieri, è peggio – prosegue l’autista -. Si coalizzano contro di te, inizi ano a prenderti di mira. E il viaggio diventa un incubo, speri che scendano presto. Non c’è sicurezza per nessuno, né per i passeggeri “normali” né per noi autisti. Speri solo che vada tutto bene». Insulti e minacce sono all’ordine del giorno. «Poco tempo fa sulla Gessate-Trezzo i vetri di un autobus in marcia sono stati frantumati da una sassaiola – rivela il dipendente Net -. Un collega su un bus diretto a Vaprio d’Adda è stato recentemente aggredito. Ma dobbiamo lavorare così? Prima era diverso, si poteva intervenire in qualche modo. Ora il branco è troppo grande e violento. Sai che c’è? Sono stato minacciato tante volte, troppe, e sono arrivato al punto di pensare: spaccate quello che volete, tanto l’autobus non è mio. Ma non è giusto che mi rifugi in queste considerazioni».
«La corsa peggiore»
Il venerdì sera, ma soprattutto l’ultima corsa del sabato, «è il momento peggiore: da Vimercate a Sulbiate è un vero bordello». I baby bulli, ma ormai neanche più tanto baby, abitano prevalentemente nei Comuni di Sulbiate, Mezzago e Bellusco. Una volta oltrepassato questo confine ideale della paura, i conducenti dei mezzi pubblici e i pochi pendolari rimasti a bordo possono tirare un respiro di sollievo: il pericolo è passato. Inutile dire che nessuno obliterare alcun biglietto. «Una volta ci hanno provato a mandare in giro una squadra di una decina di controllori per sorvegliare il regolare comportamento degli utenti. Ma dopo un paio di interventi, il branco li ha accerchiati e minacciati. Sono dovuti anche intervenire i carabinieri. Da quell’episodio nessuno esce più la sera, hanno tutti paura di quello che può capitare».
Il segnale forte
Qualcuno, tra gli autisti, vorrebbe dare un segnale forte: bisognerebbe saltare le fermate di quei comuni del Vimercatese dove scende gran parte del branco. A furia di tirare dritto, qualche lamentela potrebbe arrivare all’orecchio dei sindaci del territorio che potrebbero così intervenire per chiedere maggiore sicurezza. Proprio gli amministratori di Bellusco, Busnago, Concorezzo, Mezzago e Vimercate erano andati a caccia di bulli con un’ispezione a sorpresa su un autobus del sabato sera. Avevano promesso più controlli da parte della polizia locale e un intervento più deciso dei servizi sociali. Ma nulla è cambiato da otto mesi a questa parte, i pullman della notte continuano a essere casa di bande di ragazzi con la bottiglia di birra in mano e la minaccia facile.