Sfiorano quota 2.800 gli orti urbani nei capoluoghi di provincia della Lombardia, con una crescita del 40% rispetto a due anni fa. E’ quanto spiega la prima Mappa 2014 stilata dalla Coldiretti Lombardia sulle oasi verdi coltivate a gestione pubblica, più alcune nate dall’iniziativa dei privati fra Milano, Lodi, Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova, Como, Lecco, Varese, Sondrio, Monza e Pavia.
Dal 2012 a oggi – spiega la Coldiretti Lombardia – il numero è passato da circa duemila a quasi 2.800 appezzamenti. Nelle amministrazioni comunali – afferma la Coldiretti regionale – si sta rafforzando la propensione a creare zone di orti urbani che assolvano a una duplice funzione: da una parte fornire ad anziani e famiglie un servizio con costi di gestione molto limitati, dall’altra migliorare la vivibilità delle periferie dove si solito queste aree vengono ricavate e attrezzate.
L’orto urbano, a terra o sul balcone – spiega la Coldiretti Lombardia – è un modo per riscoprire il legame con la terra, con il ciclo delle stagioni e ha anche un effetto benefico sulla salute fisica e psichica come dimostrano diverse esperienza di “Ortoterapia” in Italia e all’estero. Il tutto in una regione dove la disponibilità di verde urbano, secondo gli ultimi dati Istat, è di circa 36 metri quadrati per abitante, con valori pro capite molto diversi a seconda dei capoluoghi di provincia: 8,9 a Varese, 9,9 a Como, 49,7 a Sondrio, 16,4 a Milano, 10,8 a Bergamo, 137,9 a Brescia, 198 a Pavia, 36,2 a Cremona, 33,8 a Mantova, 6,7 a Lecco, 23,6 a Lodi e 70,4 a Monza.
“Fare un piccolo orto o curare una piantina in un vaso – commenta Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia – è educativo anche per i bambini, che imparano che frutta e verdura non nascono dagli scaffali di qualche supermercato, ma dalle piante, dal lavoro dell’uomo, dalla cura che mettiamo nelle cose”.
A Monza ci sono 100 orti: 48 in via Villora, 28 in viale Sicilia, 16 in via Vecellio,8 in largo Alpini. La metratura è di circa 60 metri quadri e il corrispettivo annuale da versare è di 100 euro. Sono coltivati da pensionati ultrasessantenni. I primi orti risalgono a oltre dieci anni fa, al 2002