All’unanimità, dopo un dibattito non privo di asperità, il consiglio comunale ha approvato martedì scorso l’ordine del giorno presentato dalle opposizioni sul tema delle infiltrazioni mafiose. Il testo, in cui si chiede l’istituzione di una commissione antimafia con presidenza alle minoranze, la pubblicazione delle Scia commerciali e delle pratiche edilizie su internet ed il conferimento della cittadinanza onoraria ad una personalità distintasi nella lotta alle organizzazioni mafiose, ha ripercorso i fatti che hanno messo a rumore l’universo locale nelle ultime settimane, con le chiusure dei bar “La Torrefazione” e “Tripodi pane e caffè” per possibili infiltrazioni mafiose, e tra l’altro ha condannato lo striscione di solidarietà ai titolari apparso subito dopo sulle saracinesche del secondo esercizio.
Entro sessanta giorni, cioè entro la metà di maggio, la «Commissione» dovrà essere istituita con la nomina dei rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale. Ne farà parte, di diritto, il Sindaco e sarà presieduta da un componente della minoranza. La Commissione, come si legge nell’ordine del giorno, dovrà «coordinare tutte le azioni di competenza del Consiglio comunale in tema di trasparenza e di legalità».
«Il problema è stato sottovalutato -ha spiegato in apertura il relatore William Viganò del Partito democratico-. Il comportamento delle istituzioni deve essere integerrimo: vanno bene le costituzioni come parti civili nei processi contro la ’ndrangheta, ma poi bisogna stare attenti a dove si va a bere il caffè…».
Pronta è stata la replica del vicesindaco Giacinto Mariani: «Il cambio di passo che Viganò chiede a noi lo dovrebbe sollecitare alla senatrice Lucrezia Ricchiuti, che con le sue interrogazioni parlamentari si sta facendo pubblicità in vista delle elezioni a Desio». La scena è stata poi occupata da Leonardo Sabia del Partito democratico, protagonista di un diverbio con Antonino Tripodi in piazza Vittorio Veneto, in occasione della prima manifestazione contro la mafia di sabato 5 marzo: «A voi come giunta non rimprovero un’appartenenza mafiosa, questo no, ma una vasta noncuranza senza dubbio sì. E questa è la peggior colpa che si possa avere su questo argomento. Vi vantate delle costituzioni come parti civili, ma siete arrivati per ultimi e chissà per quali minacce: questo è il primo elemento che attesta la vostra noncuranza».
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Sabia si è poi concentrato sulla sua parentela con Dino Gambardella, condannato a seguito dell’operazione “Infinito”, che Mariani gli aveva ricordato poco prima, citando quanto apparso sul numero di sabato scorso del nostro giornale: «Su questo ho già risposto. Vedo però che ci si fa consigliare gli argomenti da portare in consiglio comunale da chi urla in piazza…». Mariani dal canto suo ha infine escluso le minacce, parlando solo di «strategia processuale» per la tempistica delle costituzioni.