I veicoli Euro 3 diesel potranno continuare a viaggiare, nonostante siano considerati tra i più inquinanti in circolazione: il protocollo anti smog firmato dalla Regione, dall’Anci Lombardia e dalle città capoluogo non ha previsto il blocco di questi mezzi a partire da sabato 15 ottobre quando sono scattate le misure per tentare di contrastare l’emissione di polveri sottili. Il “protocollo Aria” è stato sottoscritto il 24 ottobre.
Fino al 15 aprile, dalle 7.30 alle 19.30 dei giorni feriali, in quasi 600 comuni dovranno rimanere fermi i veicoli a benzina Euro 0 e i diesel Euro 0, 1 e 2. L’intesa prevede, inoltre, alcune limitazioni all’uso di stufe e camini alimentati a legna. Le singole amministrazioni potranno, però, impedire sui loro territori la circolazione degli Euro 3 nel caso venga sforato per una settimana il tetto dei 50 microgrammi di Pm10.
A quel punto i sindaci potranno stoppare anche gli Euro 2 il sabato e nei giorni festivi. Se lo smog non si abbasserà potranno vietare l’accensione di falò, barbecue e fuochi d’artificio. Nelle abitazioni, negli uffici e nei negozi la temperatura media non potrà superare i 19 gradi anche se saranno tollerati aumenti fino a 21. E poi divieto di sostare in auto col motore acceso.
Le misure diventeranno più restrittive in caso le polveri sottili dovessero superare per una settimana la soglia dei 70 microgrammi: a quel punto sarà proibito accendere i camini.
Il protocollo rappresenta un «percorso virtuoso» secondo l’assessore regionale all’Ambiente Claudia Terzi. Mentre il presidente di Anci, e sindaco monzese, Scanagatti auspica una collaborazione sempre maggiore tra istituzioni sullo sviluppo del trasporto locale per non trovarsi ad affrontare una emergenza come quella dell’inverno 2015.
«Firmiamo con Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano e Arpa, un Protocollo dal quale derivano misure concrete per affrontare le gravi emergenze smog che dovessero riproporsi come è avvenuto lo scorso inverno. Per ottenere uno stabile miglioramento della qualità dell’aria è comunque necessario che tutte le istituzioni, nessuna esclusa, proseguano con decisione nell’opera di progettazione, ampliamento e realizzazione delle infrastrutture di trasporto pubblico locale», commenta Roberto Scanagatti.
«Il documento – prosegue – vede la luce dopo quasi un anno di attività da parte del tavolo di lavoro costituito da amministratori e funzionari comunali, rappresentanti della Regione, delle Aree vaste e della Città Metropolitana, rappresentanti delle diverse realtà coinvolte dalla materia ed esperti del settore, riunitosi a partire dagli ultimi giorni del 2015, quando la Lombardia e l’intera zona padana erano interessate da un persistente alto livello di inquinamento atmosferico, che aveva superato il limite massimo di presenza di PM10 nell’aria. Come Anci Lombardia ci faremo promotori di questa iniziativa presso i Comuni che, confidiamo, vorranno aderire con responsabilità alla proposta che oggi abbiamo sottoscritto, assicurando, come hanno fatto in questi mesi, l’attenzione a uno dei problemi che maggiormente preoccupano i cittadini».
Il protocollo individua delle misure concrete e uguali per tutti i territori omogenei.
Scanagatti ha continuato osservando che, «come abbiamo ribadito in altre occasioni, Regione Lombardia avrebbe potuto ricoprire un ruolo più incisivo, mediante un’assunzione diretta di responsabilità. Come nel passato infatti, avrebbe potuto emanare misure prescrittive e quindi obbligatorie per tutti. In questo modo invece l’adesione al protocollo sarà del tutto volontaria, con la conseguenza che ai cittadini non sarà garantito che su tutto il territorio omogeneo vi saranno medesime condizioni di gestione nell’emergenza. A parte questo ci sembra comunque importante poter dare indicazioni chiare ai Comuni, che ora possono contare su alcuni punti di riferimento condivisi da seguire ed evitare di affrontare l’emergenza smog in ordine sparso come accaduto lo scorso anno».