Le ruspe erano entrate in azione ai primi di gennaio. In poco tempo avevano abbattuto la facciata dell’ex calzaturificio delle sorelle Redealli: da allora, piazza Trento e Trieste ha cambiato volto. Poi, però, non è più accaduto nulla: agli occhi dei passanti i lavori per settimane, se non mesi, sono apparsi fermi, e quasi ci si era abituati a quello strano squarcio giallo che consentiva di avere una visuale “privilegiata” sul tratto iniziale di via Italia. A pensarci sembra un po’ uno strano “Christo” verticale.
L’apparenza inganna, dicono gli interessati: i lavori stanno proseguendo come da cronoprogramma. La rassicurazione arriva direttamente dal direttore dei lavori, l’architetto monzese Fabio Sironi: «Solo dopo l’abbattimento è stato possibile compiere una serie di analisi geotecniche e di rilevazioni assolutamente indispensabili – spiega – il cantiere non è a scopo residenziale: va adeguato alle esigenze del committente: si tratta di un grande gruppo che ha grossi capitali da investire».
E prosegue: «Nel corso dell’estate saranno realizzate tutta una serie di verifiche archeologiche: lo richiede la prassi, prima di effettuare qualsiasi tipo di scavo in un centro storico». La possibilità di ritrovare qualcosa di interessante potrebbe non essere così lontana dalla realtà, viste le origini romane di quella che, secoli fa, si chiamava Modicia. «Ultimate le analisi, si procederà agli scavi della parte interrata – prosegue l’architetto – Dureranno almeno sei mesi, un anno al massimo e prenderanno il via all’inizio di settembre. Nemmeno questa fase, però, sarà visibile agli occhi dei passanti».
Solo tra un paio d’anni si potrà vedere la palazzina ultimata: secondo alcune indiscrezioni, dovrebbe ospitare lo store di una nota marca di abbigliamento internazionale.
L’immobile verrà ricostruito secondo i volumi e le dimensioni del precedente edificio: il tempo massimo dettato dagli uffici comunali per la conclusione della ri-costruzione è di tre anni, dopodiché alla proprietà saranno concessi altri tre mesi per avviare l’attività commerciale. L’immobile, di circa mille metri quadrati di superficie suddivisi in tre piani, da tempo era dismesso: inutilizzata già da anni la porzione superiore e le vetrine del piano terra, vuote e buie, contrastavano con il fermento degli altri esercizi dell’area.
L’edificio, di proprietà della curia monzese, aveva una doppia esposizione: alle vetrine dello storico negozio di scarpe che si affacciava su largo IV Novembre e piazza Trento, si opponevano, lungo via Italia, quelle di un’altra attività storica, le ex Telerie Meregalli.