Non è ancora vigente ma fa già sentire i suoi effetti: il Piano di governo del territorio adottato dal Consiglio comunale di Brugherio il 21 dicembre ha già portato alla bocciatura di un progetto urbanistico. Non si tratta di un progetto qualsiasi, ma della cosiddetta Porta Nord che, secondo l’amministrazione guidata dall’ex sindaco Maurizio Ronchi, avrebbe dovuto favorire la nascita di un polo tecnologico e di ricerca in un’area libera tra viale Lombardia e l’autostrada e costituire una sorta di biglietto da visita per chi entra in città provenendo da Monza.
La giunta Troiano, invece, ha rigettato la proposta di alcuni operatori privati che a inizio dicembre hanno sollecitato l’approvazione di un Programma integrato di intervento con cui dare via libera ai cantieri.
Il piano, ha spiegato l’attuale governo cittadino nella delibera, non rispetta le linee del Pgt che è passato al vaglio dell’aula e che dovrebbe essere approvato definitivamente entro la metà del 2016. Non solo, ma la variante urbanistica prevede il vincolo a verde agricolo di buona parte di quella porzione e il suo inserimento nel Parco Est delle Cave con l’obiettivo di creare una sorta di corridoio che colleghi quel polmone verde a quello della Cavallera.
L’operazione, che dovrebbe essere avallata dalla Provincia che nel suo Piano territoriale ha imposto ai Comuni forti vincoli al consumo di suolo, dovrebbe rendere inedificabile la zona per diversi anni. Lo spacchettamento di singoli terreni dai parchi sovracomunali richiede, infatti, un iter che può protrarsi diversi anni.
Sulla Porta Nord si sono concentrate anche le attenzioni dei consiglieri comunali: uno dei sette emendamenti alla variante firmati da Roberto Assi di Bpe chiedeva, infatti, alla maggioranza di non includere il comparto nel Parco per consentire agli amministratori che siederanno in municipio tra qualche anno di poter rivedere le attuali scelte del centrosinistra e, magari, di consentire l’insediamento di qualche attività economica. San Damiano potrebbe, a suo parere, diventare una meta attrattiva per gli operatori economici «specie per la strategicità e unicità della sua collocazione».
Se anche da Villa Fiorita fosse arrivato il via libera, l’inaugurazione dei cantieri avrebbe potuto essere stoppata da Monza: come ha fatto notare la giunta nel suo provvedimento di bocciatura, i privati non hanno coinvolto preventivamente l’ente brianzolo con cui avrebbero dovuto confrontarsi per poter costruire su un’area di interesse provinciale.