Brugherio, (quasi) tutta la passione del signor Galbiati per le due ruote in una mostra

FOTO - Si chiama Fata, è ricca di fascino, ha girato il mondo ma ha passaporto rigorosamente brugherese. È la collezione di velocipedi e biciclette del privato cittadino Fermo Galbiati in mostra in biblioteca fino all’1 novembre.
Brugherio, Museo miscellaneo Galbiati: Fermo Galbiati con il Celerifero, prima bicicletta 1791
Brugherio, Museo miscellaneo Galbiati: Fermo Galbiati con il Celerifero, prima bicicletta 1791 Fabrizio Radaelli

Si chiama Fata, è ricca di fascino, ha girato il mondo ma ha passaporto rigorosamente brugherese. È la collezione di velocipedi del privato cittadino Fermo Galbiati o, meglio, la piccola selezione che ne è stata fatta da MostreStoriche e dall’assessorato alla Cultura per allestire un’esposizione eccezionale in biblioteca. In programma aperture straordinarie, visite guidate e visite scolastiche fino all’1 novembre (orari sul sito web del Comune o ai numeri 039.2893202-214-361).


GUARDA Fermo Galbiati e i suoi pezzi rari

In mostra, ha spiegato direttamente Fermo Galbiati, titolare del Museo Miscellaneo di via Mameli, c’è l’intera storia del velocipede con pezzi rarissimi. Ci sarà il monociclo, mezzo con la ruota esterna e il posto per il guidatore all’interno e ci sarà anche il celerifero: «Ne esistono solo quattro al mondo – ha detto con palese orgoglio – due in America, uno in Inghilterra e il quarto a Brugherio, il mio. Risale al 1791».

Il brugherese, 90 anni passati, è un collezionista di collezioni noto ben oltre i confini della Brianza. Il suo è un patrimonio storico di interesse internazionale. Testimone della storia della città, custodisce nel suo museo oltre dieci raccolte tra cui 200 biciclette, 350 organetti, 600 affascinanti oggetti misteriosi, come quella chiave da portone che, a guardarla bene, si scopre essere una pistola calibro 6 perfettamente in grado di sparare.

La mostra Fata, però, nasconde qualcosa di più che una passione da collezionista. Giovanni Galbiati, uno dei nipoti di Fermo, responsabile di MostreStoriche, ha spiegato le ragioni del nome e il concept di fondo: «Fata è l’anagramma dei quattro elementi della natura: fuoco, aria, terra e acqua. Perché è proprio il rapporto tra la natura e il velocipede nella storia che abbiamo voluto mettere in evidenza. In questo rapporto il visitatore diventa elemento chiave nel suo sforzo di comprendere questo legame».

Tanto per fare qualche esempio, la sezione Fuoco comprende le biciclette usate dai bersaglieri per trasportare le armi; quella della Terra sfoggia invece pezzi in legno di rosa e altri legni usati al posto del ferro quando veniva completamente assorbito dall’industria bellica in periodo di guerra. E poi si potranno ammirare la bici del pompiere nella sezione Acqua, quella del musicante (1920) attrezzata con strumenti musicali d’epoca e molte altre.

Il visitatore troverà pure biciclette appartenute a grandi campioni del ciclismo e modelli di particolare interesse. Un’occasione da non perdere, insomma, per gli appassionati del genere che magari si lasciano prendere dalla pigrizia nel prenotare una visita privata al Museo Miscellaneo Galbiati.