Hanno scioperato due giorni contro la chiusura del sito produttivo e il loro trasferimento nel pavese. Giovedì 28 e venerdì 29 gennaio i dipendenti della filiale di Brugherio della Ceme, un’azienda che produce valvole e pompe industriali, non hanno lavorato: come spiega Andrea Ricci, della Fim Cisl di Milano, sperano di riuscire a fare cambiare idea alla proprietà che il 19 gennaio ha annunciato che chiuderà lo stabilimento di via San Francesco dove sono occupate 48 persone: 12, di cui 10 operai e 2 impiegati, saranno assorbite dalla sede principale di Carugate, che impiega 180 persone. Le altre 36, di cui 32 operai e 4 impiegati, dovranno invece spostarsi a Trivolzio, in provincia di Pavia.
La trasferta di 65 chilometri, spiega il sindacalista, comporterà notevoli disagi oltre a un aumento dei costi per il tragitto e la dirigenza si è impegnata a mettere a disposizione una navetta solo per i prossimi sei mesi.
«Tra i dipendenti – precisa Ricci – ci sono molte donne: parecchie hanno bambini piccoli, alcune sono separate. Dovranno, oltretutto, effettuare i turni di notte e, di conseguenza, avranno molte difficoltà a gestire i figli e la famiglia». «Questi trasferimenti – afferma il sindacalista – sembrano dei licenziamenti mascherati: per parecchi dipendenti sarà impossibile accettare le condizioni».
Quel che più amareggia il personale che ha scioperato è che la decisione della dirigenza non è stata dettata dalla crisi economica o dalla mancanza di commesse: «Il lavoro c’è – assicura Ricci – ma la proprietà ha deciso di terziarizzare la parte di produzione che si effettua a Brugherio».