Monza e Brianza stanno bonificando gli edifici dall’amianto a un ritmo superiore a quello lombardo, ma no basta: l’eternit in circolazione è ancora tanto. Troppo. E soprattutto siamo lontano dagli obiettivi di dieci anni fa. Perché, ricorda il consigliere regionale del Pd Laura Barzaghi, che fa parte della VI Commissione Ambiente ed componente anche del Comitato paritetico di controllo e valutazione del Consiglio regionale, nel 2005 il traguardo era proprio il mese di gennaio del 2016: la data entro la quale rimuovere tutti i manufatti in amianto.
Così non è stato, ricorda Barzaghi, e ora «bisogna incentivare quest’operazione. A tutti i costi». «L’anno scorso avevamo voluto una missione valutativa, quest’anno abbiamo chiesto di aggiornare i dati sulle bonifiche dell’amianto in Lombardia, perché erano veramente poco significativi – racconta Barzaghi –. Inoltre, volevamo verificare dopo un anno a che punto era la situazione». Amianto significa mesoteliomi, che vengono sistematicamente monitorati dai servizi lombardi: tra il 2000 e il 2014, 9.216 segnalazioni di mesotelioma di cui 4.252 con certezza diagnostica, il 66% uomini, il 34% donne.
«Siamo ancora lontani anche dall’avere contezza della diffusione della quantità di amianto presente sul territorio regionale – dice ancora Barzaghi – Il lavoro fatto fino adesso non ha portato a questo obiettivo e finora sono disponibili solo stime».
Eccoli, i dati disponibili: in Lombardia la stima iniziale, nel 2007, era di 2 milioni 832mila metri cubi di cemento amianto delle grandi coperture, a Milano-Monza e Brianza 784mila metri cubi. Da allora a oggi in Lombardia ne è stato rimosso solo il 27,3% , a Milano-Monza e Brianza il 27,8%. Nel 2015 nel registro regionale del censimento risultano inserite 184.178 strutture che hanno una copertura in amianto, l’87% di uso privato e il 13% aperte al pubblico, 11.788 sono a Monza a Brianza.
Le tonnellate di amianto rimosse in Lombardia nel 2014 sono state 100.982 per 20.428 interventi, Monza e Brianza hanno fatto meglio, in proporzione, rispetto ad altre aree: 8.222 tonnellate di materiale in 2.200 interventi. «Le bonifiche sembrano diventare più consistenti e numerose rispetto al passato, per la maggior consapevolezza della pericolosità del materiale – continua Barzaghi –. Tuttavia il trend è ancora lento rispetto alle stime che ci sono sulla presenza in Lombardia. Se si va avanti con questo ritmo, ci vogliono ancora almeno dieci anni». Come migliorare? Per il consigliere Pd «lo scorso anno è stato introdotto l’obbligo di attivazione dei servizi comunali per la rimozione e lo smaltimento di piccoli quantitativi. Quindi sono i Comuni che si devono attivare. Ma questo intervento, per ottenere risultati sensibili, deve essere adeguatamente pubblicizzato, perché nessuno lo sa, e bisogna che gli enti locali vengano aiutati dalla Regione ad attivare questo servizio, che potrebbe rappresentare un importante incentivo per i cittadini. Infine, si può pensare anche a costi agevolati e a estendere questo servizio oltre il limite dei piccoli quantitativi».