Una richiesta danni per la voragine che si è aperta nella notte tra il 13 e 14 giugno. È quanto formulato dai residenti del civico 48 di via Dante nei confronti del Comune di Bernareggio. Secondo infatti i cittadini in questione, una parte di colpa nei cedimenti avvenuti nella via sarebbe proprio del Comune e, vista la situazione, il gruppo di bernareggesi ha deciso di intraprendere la via processuale.
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«Sapevo che sarebbe potuto accadere prima o poi – commenta il sindaco Andrea Esposito –. Nel procedimento legale però non si andrà direttamente in tribunale, ma prima ci sarà una fase di conciliazione in cui ci siederemo attorno ad un tavolo per capire quali sono le richieste dei residenti. Se poi non dovesse andare bene questa fase, allora si andrà davanti al giudice». Si aggiunge dunque un’ulteriore problematica per il Comune nella già spinosa situazione di via Dante.
Come conferma però anche il primo cittadino, questo non rallenterà il Comune dal proseguire con le opere di ripristino della strada che per il momento stanno attraversando la fase di progettazione: «Il nostro lavoro prosegue dritto verso l’obiettivo – prosegue Esposito –. E nonostante le svariate difficoltà burocratiche che stiamo attraversando, stiamo facendo di tutto per riuscire ad accelerare i tempi».
Già perché, nonostante la situazione di emergenza che sta attraversando la comunità di Bernareggio, pare non esserci nessuna legge in grado di aiutare gli uffici comunali a sbrigare le procedure per avviare le gare d’appalto.
«Purtroppo la situazione in cui ci troviamo è questa – dice il sindaco – Dal punto di vista normativo, anche se ci troviamo in una situazione difficile, con ancora una decina di famiglie fuori dalla propria abitazione, non abbiamo nessun tipo di aiuto e dobbiamo scontrarci contro la burocrazia. Il nostro augurio è quello di poter chiudere le gare d’appalto entro i prossimi mesi così da iniziare i lavori di ripristino in via Dante».
Oltre dunque alla situazione di disagio, anche la burocrazia pare aggravare il calvario delle famiglie sfollate. Mentre infatti i residenti del civico 48 e quelli del 56 sono riusciti a fare ritorno nelle loro abitazioni ad inizio luglio, gli abitanti del civico 52 sono ancora sparpagliati per la Brianza. Alcuni da parenti, altri invece in case messe a disposizione da alcuni cittadini dei Comuni limitrofi a seguito dell’appello del Comune di Bernareggio.
La palazzina del civico in questione è stata quella maggiormente danneggiata dall’occhio pollino, provocando lo sprofondamento di un lato della struttura e l’apertura di numerose crepe nei muri dello stabile. Per il momento quindi le nove famiglie sfollate rimangono in un limbo perché, ad ormai tre mesi da quella tragica notte che ha scosso l’intera comunità bernareggese, non hanno ancora chiaro quali saranno i prossimi step per poter tornare alla normalità della loro vita quotidiana.
Uno spiraglio sembra invece aprirsi su Aicurzio. Dopo il tavolo tecnico di venerdì 9 settembre, al quale hanno partecipato, oltre che i due Comuni, anche Provincia e Regione, sembra che si sia delineato l’iter per la riapertura della strada.
«La Provincia ci ha detto che ha avviato le procedure di apertura del bando per avviare i lavori sulla Sp 177 – spiega il sindaco Giammarino Colnago –. Queste opere dovrebbero portare alla riparazione dei buchi che si sono aperti sulla strada e sulla pista ciclabile ed alla creazione di alcuni canali che spingano l’acqua verso la vasca volano al confine con Sulbiate».
Colnago spiega come la situazione geologica sia delicata e la zona rimanga comunque sotto stretta osservazione: «Ho ribadito a Provincia e Regione che il Comune di Aicurzio non può affrontare questo tipo di problema da solo e quindi serve un aiuto da parte degli enti superiori, in particolare per l’aspetto del monitoraggio che con ogni probabilità verrà portato avanti da Regione Lombardia».