Non ci sono annunci ufficiali, ma qualcosa si sta muovendo: Aruba potrebbe stringere i tempi e avviare nel giro di qualche mese il cantiere a Monza, nell’area compresa tra viale Sicilia e via Adda, al confine con Concorezzo.
La settimana scorsa i rappresentanti della società aretina, leader di mercato in Italia nel campo dei domini internet, hanno presentato in Comune la domanda per il rilascio del permesso a costruire e hanno chiesto un appuntamento con l’assessore all’Urbanistica Martina Sassoli.
«Ci incontreremo – conferma lei – nelle prossime settimane: la mia porta è aperta a tutti». L’iter burocratico, intanto, proseguirà in modo autonomo dalle decisioni politiche: gli uffici esamineranno l’istanza della società e, se tutto dovesse risultare in regola, la gireranno alla commissione paesaggistica per un ultimo responso. Dal punto di vista tecnico il progetto non dovrebbe incontrare ostacoli in quanto è stato approvato dalla giunta Scanagatti nel 2013 e in seguito ha ottenuto il lasciapassare dalla commissione urbanistica. È, inoltre, conforme alle previsioni del Piano di governo del territorio votato dal consiglio comunale in febbraio.
Un altro via libera è arrivato oltre un anno fa dagli esperti della commissione paesaggistica. Il processo, però, a quel punto si è arrestato in quanto nessun funzionario di Aruba ha più bussato alle porte del Comune. A Monza più di una persona, non solo tra i politici, aveva ipotizzato che il colosso italiano dell’informatica avesse mutato le proprie strategie di sviluppo e i loro timori erano aumentati dopo la recente inaugurazione di un centro operativo a Ponte San Pietro, nella bergamasca.
La richiesta giunta la scorsa settimana sembra, invece, rilanciare il programma di sviluppo che dovrebbe creare parecchie decine di nuovi posti di lavoro e aprire nuove opportunità a tecnici e informatici.
Il piano della società approvato alcuni anni fa prevede, infatti, l’insediamento in un’area di circa 20.000 metri quadrati, nella zona industriale al confine con Monza, facilmente accessibile anche dai mezzi pesanti provenienti dalle tangenziali e dall’autostrada. Il disegno ruota attorno alla costruzione di un edificio di tre piani, alto non più di 12 metri, per un totale di poco più di 16.000 metri quadrati in cui verrebbero concentrate le attività, tra cui la conservazione e lo stoccaggio di dati digitali, curate da personale specializzato.
L’azienda dovrebbe, inoltre, sistemare la ex Casa cantoniera del Malcantone, acquistata dalla Provincia nel 2014, che potrebbe ospitare alcuni uffici. In cambio si impegnerebbe a riqualificare una parte della viabilità della zona, a cedere al municipio un parcheggio pubblico prospiciente viale Sicilia e a sistemare a verde una piccola nelle sue vicinanze.